Prezzi che cambiano da Paese a Paese, tasse che fanno la differenza e un mercato che non è uguale per tutti. Comprare l'auto all'estero conviene davvero?
di Redazione Drive Up© Getty Images
Quando configuriamo una vettura online e vediamo il prezzo finale, siamo portati a pensare che quello sia il valore oggettivo dell’auto. Ma dietro un listino si nascondono fattori che cambiano da Paese a Paese: il reddito medio, la concorrenza, le preferenze degli automobilisti e, soprattutto, la fiscalità. Le Case modulano le proprie strategie commerciali adattandosi al mercato in cui vendono. Una Golf può costare il giusto per un automobilista tedesco, ma risultare per molti proibitiva in Danimarca o sorprendentemente più accessibile in Slovacchia. Da qui nasce una domanda sempre più attuale: conviene comprare all’estero?
L’affare si fa soprattutto sull’usato
La pratica di acquistare l’auto fuori dai confini nazionali, rivolgendosi a importatori o facendo tutto da soli, è in aumento. Ma la convenienza non è generalizzabile. Funziona soprattutto sull’usato e sui modelli premium: nei Paesi più ricchi si vendono molte più vetture “full optional” che, una volta immesse sul mercato dell’occasione, finiscono per costare quanto, in altri Paesi, si pagherebbe per un’auto nuova ma molto meno equipaggiata. Eurostat però non si è fermata alle percezioni: ha costruito un indice, fissando la media europea a quota 100. Da quel riferimento ha calcolato scostamenti, positivi e negativi, per misurare davvero dove si spende di più e dove di meno.
Dove un’auto nuova costa di più
I Paesi più costosi sono quelli che applicano imposte pesanti sui beni considerati “di lusso”. In cima alla classifica c’è la Danimarca, con prezzi superiori del 19,1% alla media europea. A seguire si collocano Islanda, Paesi Bassi, Irlanda e Svizzera, tutti oltre la soglia del +10%. In queste realtà economiche, acquistare un’auto significa fare i conti con la pressione fiscale ancor prima che con il listino della Casa. Un gradino più in basso ma sempre sopra la media si trovano Albania, Belgio, Finlandia, Austria e Portogallo, con differenze comprese tra il +3 e il +6%.
I Paesi dove l’auto costa meno (e non è solo una questione di salari)
Sul fronte opposto spiccano Macedonia del Nord e Slovacchia, rispettivamente 12,3 e 11,4 punti percentuali sotto la media UE. Un’auto nuova qui può essere davvero più abbordabile. Subito dietro ci sono Slovenia, Cipro, Repubblica Ceca, Norvegia, Lettonia, Montenegro e Polonia, realtà in cui il risparmio rispetto alla media resta comunque sensibile. Non significa che gli automobilisti di questi Paesi abbiano più potere d’acquisto: semplicemente, i listini vengono adeguati al contesto economico, mentre la tassazione tende ad essere più gentile.
Italia, Francia e Germania: tutto nella media
Tra i grandi Paesi per numero di abitanti dell’Unione Europea, i tre mercati più rappresentativi (Germania, Francia e Italia) si muovono praticamente in perfetto equilibrio: pochi decimali sopra o sotto la media del resto del continente. L’unica grande eccezione è la Spagna, che si rivela essere la più conveniente del gruppo, con un delta in negativo pari al 3,8%. Per molti automobilisti europei, un listino più leggero che potrebbe valere l’idea di uno sguardo oltre confine.
Comprare all’estero? Possibile, ma non per tutti
La fotografia scattata da Eurostat mostra una realtà che tende a spaccarsi in due: da un lato i Paesi dove l’auto è un bene molto tassato e quindi costoso; dall’altro quelli in cui è più accessibile ma il potere d’acquisto medio resta ridotto. Comprare in un altro Paese può essere la scelta giusta se si cerca un usato ben accessoriato o un modello di fascia alta. Per le auto nuove, la convenienza esiste solo in casi specifici, valutando costi di importazione, tempi, omologazioni e garanzie. L’Europa è un mercato unico solo sulla carta: quando si parla di automobili, il confine resta ancora un ostacolo. E un prezzo.