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L'anniversario

30 anni di PlayStation: i videogiochi di auto che hanno fatto la storia

Dal primo Wipeout alla realtà virtuale di Gran Turismo 7, trent’anni di PlayStation raccontati attraverso dieci giochi che hanno fatto sognare milioni di appassionati

15 Ott 2025 - 12:18
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Nel dicembre del 1994 in Giappone (e nel 1995 nel resto del mondo) usciva la prima PlayStation, inaugurando una nuova l'era del videogioco per tutti. Fra i generi che più beneficiarono del salto tecnologico, quello automobilistico fu probabilmente il più trasformato: le nuove capacità grafiche, sonore e di calcolo permisero di passare dalle corse stilizzate a vere esperienze sensoriali. Oggi, a trent’anni di distanza e con oltre 600 milioni di console vendute in tutto il mondo, PlayStation non è solo un marchio: è un simbolo generazionale. In tre decenni, il modo di “giocare con le auto” è cambiato radicalmente. Da pura velocità arcade a simulazione totale, passando per mondi aperti, inseguimenti cinematografici e realtà virtuale. La vicenda di Jann Mardenborough, un ragazzo britannico che nel 2011 vinse la GT Academy, il concorso creato da Sony e Nissan per trasformare i migliori giocatori di Gran Turismo in veri piloti (la sua storia è raccontata nel film Gran Turismo - La storia di un sogno impossibile) dimostra che le corse virtuali sono ormai molto più di un gioco.

I migliori videogiochi di auto per Playstation: una storia lunga 30 anni

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Wipeout (1995)
Con Wipeout, la PlayStation mostrò subito la sua anima più ribelle. Futuristico, anti-gravità, velocissimo, accompagnato da una colonna sonora elettronica che sembrava uscita da un club di Londra, il gioco portò la cultura rave dentro un mondo di circuiti sospesi e astronavi su ruote. Era l’estetica a contare tanto quanto la competizione: un manifesto di stile per la nuova generazione digitale.
Formula 1 (1996)
Un anno dopo arrivò Formula 1, il primo titolo a portare su console una stagione ufficiale con piloti, scuderie e circuiti reali. Fu una rivoluzione di realismo, perché fino ad allora le corse erano state quasi sempre in stile arcade. Da lì in poi, la simulazione non fu più un territorio per pochi: diventò un orizzonte per tutti.
Gran Turismo (1997)
Quando Gran Turismo debuttò, nessuno aveva mai visto niente del genere. Più di cento auto, prove di patente, modifiche meccaniche, progressione economica. Era una scuola di guida sportiva mascherata da videogioco, e al tempo stesso un’enciclopedia di cultura automobilistica. L’obiettivo non era solo vincere: era imparare a capire le auto. Per molti, fu il primo contatto con la parola “assetto”.
Need for Speed III: Hot Pursuit (1998)
La terza incarnazione di Need for Speed introdusse una dinamica destinata a entrare nell’immaginario collettivo: la polizia. Non solo gare, ma inseguimenti, fughe, sirene, strade costiere e supercar proibite. Fu il primo racing game a unire adrenalina, libertà e narrazione, dando un volto cinematografico alla guida digitale.
Burnout 3: Takedown (2004)
Nel 2004, Burnout 3 ribaltò le regole: vincere non significava evitare gli incidenti, ma provocarli. Con il suo ritmo frenetico e la fisica spettacolare, trasformò il genere arcade in un’esplosione di caos controllato. Era il rock’n’roll delle corse.
MotorStorm (2006)
Lanciato insieme a PlayStation 3, MotorStorm portò la fisica nel fango. Corse off-road, salti vertiginosi, ambientazioni selvagge e veicoli di ogni tipo: dalle moto ai camion. Era sporco, rumoroso, brutale. Il suo realismo non stava nella precisione tecnica, ma nella sensazione: la lotta corpo a corpo con il terreno, il caos della natura che travolgeva la pista.
Need for Speed: Rivals (2013)
Quindici anni dopo, la saga Need for Speed si reinventò ancora una volta. Rivals mescolò elementi single-player e multiplayer in un mondo aperto dove poliziotti e street racer convivevano nella stessa mappa, in tempo reale. L’esperienza diventò collettiva, fluida, cinematografica. La guida smise di essere un percorso lineare: diventò una storia personale, condivisa online.
Driveclub (2014)
Con PlayStation 4, Driveclub cercò di fondere estetica, social e velocità. Ogni gara era un evento condiviso, ogni curva un’occasione per sfidare gli amici online. Il fotorealismo era abbagliante, la sensazione di guida fluida e accessibile. Più che un simulatore, un’esperienza comunitaria: la corsa come atto collettivo, non solitario.
Gran Turismo 7 (2022)
Il ritorno alla classicità con tecnologie di nuova generazione. GT7 è un ponte fra passato e futuro: le stesse patenti, lo stesso rigore meccanico, ma con condizioni meteo dinamiche, interfacce fotografiche e un livello di dettaglio quasi ossessivo. È il canto maturo di una saga che non ha mai smesso di cercare la perfezione.
WRC (2023)
Con la licenza ufficiale del mondiale rally, WRC ha portato su PlayStation 5 l’esperienza più vicina al fango, alla neve e alla ghiaia che si possa vivere senza casco. È il trionfo del feedback aptico, delle sospensioni simulate, del controllo che vibra con la strada. L’auto torna a essere istinto, equilibrio e coraggio. La chiusura perfetta per trent’anni di evoluzione.
Il futuro: guida autonoma, realtà virtuale, intelligenza artificiale e piloti veri
Oggi, a trent’anni dal debutto della prima PlayStation, il futuro dei giochi di guida sembra voler sfumare il confine fra reale e virtuale. I simulatori professionali condividono codici con i titoli consumer, la realtà virtuale amplifica la sensazione fisica, e l’intelligenza artificiale comincia a modellare avversari imprevedibili, quasi umani. Non solo, il confine tra realtà e finzione sta riducendosi sempre di più.
La passione di Max
Anche chi corre ai massimi livelli riconosce il valore del simulatore. Max Verstappen, campione del mondo di Formula 1, passa ore sul simulatore a casa, partecipa a gare online e, quando non è in pista, guida virtualmente con la stessa intensità con cui affronta i Gran Premi. Di recente ha partecipato anche alla 4 ore del Nürburgring su una Ferrari 296 GT3, quasi a chiudere il cerchio tra reale e virtuale: dal rigido sedile del simulatore alla vibrazione vera dell’asfalto tedesco. Ovviamente, Max ha vinto la competizione, dimostrando il suo immenso talento alla guida.