L'allenatore francese, fermo dal 2021: "Lippi il tecnico che mi ha insegnato di più, per farlo serve una forte passione"
Zinedine Zidane ha parlato del suo futuro da allenatore al Festival dello Sport di Trento, non disdegnando la panchina della Juventus ma candidandosi al ruolo di ct della nazionale francese per il dopo Deschamps: "Sicuramente tornerò ad allenare - le parole del tecnico francese, fermo ormai dal 2021 -. Io alla Juventus? Non so perché non sia mai successo. È un club che ho sempre nel cuore, perché mi ha dato tanto. In futuro non lo so, ma un mio obiettivo è allenare la nazionale francese. Vedremo".
Zidane ha poi parlato della scelta di intraprendere questo tipo di carriera, una volta appesi gli scarpini al chiodo: "Quando ho smesso ho cambiato la mia vita. Dopo tre anni non sapevo cosa fare, ho provato tante cose fin quando non mi sono iscritto al corso da allenatore. Tra tutti gli allenatori che ho avuto quello da cui ho imparato di più è stato Lippi: è stato molto importante, perché quando sono arrivato in Italia all’inizio era difficile per me, ma lui ha sempre creduto in me. Ancelotti l’ho prima avuto da mister, poi sono diventato il suo vice: lui è un amico, è stato importante per la mia carriera. Era un bravo allenatore, perché ascoltava noi giocatori".
"Per me l’allenatore conta l’80% in un club - ha spiegato -. Certo io ho avuto giocatori fantastici come Ronaldo, Benzema, Kroos, Isco, Modric... Non perdevano mai la palla in allenamento, forse Cristiano la perdeva un po’ ma faceva gol impressionanti. Quando giocavo doveva venire anche Totti, l’ha detto lui. Invece venne Cassano. Con lui ho giocato ed era bravo, meritava di giocare di più. Non era vero che facesse solo casino. La squadra rivale che mi ha impressionato di più, invece, è stato il Milan degli olandesi e di Sacchi".
Sulle doti di un tecnico Zizou ha pochi dubbi: "Deve essere appassionato di calcio, in maniera forte. Non è bravo solo chi vince, ci sono bravi allenatori che non possono vincere. La cosa più importante per me è trasmettere qualcosa ai giocatori. Quando sei appassionato, allora trasmetti qualcosa ai giocatori".
L'ex stella del calcio francese ha poi ripercorso il periodo in bianconero (1996-2001): "Gli anni lì sono stati bellissimi. Sono arrivato dalla Francia, in cui il calcio era bello ma non come alla Juve. A Torino ho sentito che bisognava solo vincere, sempre. Sia in casa che in trasferta. La cosa che mi è rimasta maggiormente dell’avvocato Agnelli è che quando giocavo bene mi chiamava alle 6 del mattino per farmi i complimenti. Lui era un signore, si vedeva che era un appassionato di calcio. Del Piero? Era bravissimo, uno dei giocatori più forti in Italia. Ho avuto la fortuna di giocare 4-5 anni con lui e con tanti altri. Avevamo veramente una bella squadra, ma Del Piero aveva qualcosa di particolare".
Sul cattivo rapporto della Juve con la Champions League, anche Zidane fatica a darsi spiegazioni: "La Champions è complicata da vincere. Noi siamo arrivati due volte in finale perdendo (nel '97 contro il Dortmund e nel '98 contro il Real Madrid, ndr), ma non so a cosa fosse dovuto. Dipende anche dalla società, da quello che si vuole fare: per vincere la Champions ci vuole tanto".
Poi il retroscena sul trasferimento al Real Madrid: "Eravamo a un galà a Monaco e a cena c’era Florentino Perez che mi fece recapitare un bigliettino con su scritto se volevo venire al Real. Dopo 5 anni alla Juve mi dissi: 'o ora o mai più', e accettai. Non è vero però che i senatori come Figo non mi passavano la palla, la prendevo eccome. Al Real è poi arrivato il giocatore che mi piaceva di più di tutti: Ronaldo il fenomeno. In allenamento faceva cose incredibili. Mi diceva: 'ora ti faccio due tunnel' e li faceva davvero".
Sulla mancanza di numeri 10 nel calcio moderno: "È vero, manca chi riceve tra le linee. Se giocassi ancora oggi farei quello che dice il mio allenatore a livello difensivo, ma in attacco farei quello che ho dentro, provando a inventare gioco. Di giocatori bravi comunque ce ne sono tanti ancora... Il mio idolo? Era Enzo Francescoli (attuale ds del River Plate e campione di Francia con l'OM nella stagione 1989/90, ndr). Mi faceva venire i brividi, ma oggi non posso fare un nome solo. Posso dire Yamal. Yildiz? Mi piace ma deve crescere ancora. La Juve con Igor, che conosco bene, però sta facendo bene e sono contento per lui e per la Juve".