L'INTERVISTA

Roma, Zaniolo: “Non sono Totti ma voglio diventare come lui"

Il centrocampista torna a parlare dopo settimane di silenzio: "Vorrei mettere la Roma al centro"

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“So che non sono Totti, ma spero di diventare un giorno altrettanto bravo. E imparando da De Rossi vorrei mettere la Roma al centro”. Nicolò Zaniolo rompe un silenzio che durava ormai da settimane e si racconta a "These football Times" e svela il suo amore per i giallorossi alla vigilia dell'incontro del suo agente con Petrachi per discutere del rinnovo di contratto: "Mi alleno di più, mi concentro ancora di più, ho obiettivi alti e voglio migliorare in campo, ma anche nella vita - ha detto Zaniolo - Ho imparato molto dalla scorsa stagione, devo spingere e crescere". 

"Onestamente non mi aspettavo di avere un impatto del genere dal momento che arrivavo dalla Primavera e avevo molto da imparare - ha raccontato il centrocampista - Ho anche esordito con la Nazionale ed è stata una sorpresa, ma ho ancora tanti obiettivi da raggiungere e per arrivarci devo continuare a lavorare". Fondamentale per la sua esplosione è stato il tecnico Di Francesco, che lo ha lanciato per la prima volta da titolare in Champions League al Bernabeu contro il Real: "Senza di lui non avrei fatto la svolta. È fantastico con i giovani giocatori e gli devo molto, come con tutte le persone a Roma che mi hanno sostenuto".

"È sempre importante tenere i piedi per terra - ha aggiunto Zaniolo - ho una famiglia dietro di me che lo fa, che capisce le dinamiche del calcio e che si assicura che io dia sempre il meglio. Oltre ciò, l’unico modo per gestire le aspettative è attraverso me stesso. Devo lavorare duro cercando di non ascoltare ciò che dicono gli altri, che siano complimenti o critiche. Non sono Totti, ma spero un giorno di essere bravo come lui. L’unico modo che ho per farlo è lavorare duro ogni giorno in allenamento, fidarmi dell’allenatore e poi portare tutto questo in campo davanti ai tifosi. Poi lascerò decidere a loro".

A proposito di allenatore Zaniolo sta cercando di capire quale sia la sua posizione ideale nel gioco di Fonseca: "Da bambino, dato che ero bravo tecnicamente, ho sempre giocato da numero 10, ma confesso che mi piace giocare da numero 8 o addirittura da centrocampista difensivo. Per ora gioco in qualsiasi posizione, poi forse un giorno mi sistemerò in basso, finché non arriverà un allenatore che mi vede come playmaker offensivo. Giocherò ovunque finché resterò in campo".

E viste le dichiarazioni resterà sicuramente a Roma, magari per quasi tutta la carriera, come Daniele De Rossi:  "È un leader, una persona fantastica, è stato facile imparare da lui. Da lui ho appreso l'umiltà, c'era per tutti: tifosi, staff e altri giocatori. Lui era sempre concentrato sulla Roma e io sto cercando di fare questo nella vita per mettere la Roma al centro. Allora poi potrò migliorare e crescere come ha fatto lui. Ora per me è tempo di scrivere la mia, di storia".

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