LA CONFESSIONE

Roma, Totti: "Non torno a Trigoria finché c'è Pallotta, piango quando porto mio figlio"

L'ex capitano giallorosso: "Ritiro? Hanno deciso per me, finché c'è Pallotta non tornerò"

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Francesco Totti parla a cuore aperto dell'addio alla Roma e del ritiro dal calcio giocato, avvenuto ormai quasi 3 anni fa. L'ex capitano giallorosso si è confessato in una diretta Instagram con Luca Toni: "Io non volevo smettere. Stavo bene fisicamente, perché avrei dovuto? - ha detto all'ex compagno di nazionale - Poi non é che volessi giocare tutte le partite, non ho mai imposto niente a nessuno...". Sul rapporto con James Pallotta, Totti è stato lapidario: "Finché è così non penso che rimetterò piede a Trigoria. Ogni volta che porto mio figlio Cristian, rimango fuori dai cancelli, resto in macchina e a volte mi viene da piangere a pensare che dopo 30 anni lì dentro non posso più entrarci".

Totti ha dunque ammesso di non mettere più piede nel centro sportivo capitolino, da quando la scorsa estate ha lasciato l'incarico da dirigente a causa di alcune divergenze con la società: "Ho lasciato e basta. Cosa entro a fare? Amici lì ne ho tanti e guai a chi me li tocca. Escono fuori dal cancello e mi vengono a salutare...".

Sulla questione del ritiro l'ex Pupone ha poi spiegato di non aver preso in considerazione l'ipotesi di un cambio di casacca: "Se ho smesso perché non volevo lasciare la Roma? Ho fatto questa scelta di vita, non volevo rovinare tutto il percorso fatto solo per continuare un anno in più. Non mi cambiava niente, sia sul lato economico sia su quello sportivo. Sapevo che se stavo bene fisicamente, mentalmente e vedevo che durante gli allenamenti ancora potevo dare il mio, non arrivavo secondo a nessuno. So che non avrei giocato tutte le partite, non sono stupido, ma stando lì avrei aiutato i giovani, l'ambiente, l'allenatore. Sarei stato a disposizione nei momenti di difficoltà".

La decisione è stata comunque sofferta: "Sarei stato contento anche non giocando, avrei fatto parte del gruppo. Ogni volta che entravo io, lo stadio si accendeva, era un bene per me e per i compagni. Ma c'é sempre una fine, ci mancherebbe altro. Il problema è che alcune persone mi dicevano che avrei deciso io, poi è arrivato il momento in cui mi hanno messo da parte. Ci sono rimasto male, perché per la Roma ho dato tutto. Mi sarei tagliato anche una gamba".

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