Mourinho ci è cascato ancora: la compilation degli sfoghi contro la squadra

Lo Special One si è fatto sentire nuovamente giovedì sera: nella Capitale il portoghese ha attaccato più volte lo spogliatoio

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"Ci sono giocatori che hanno perso un'altra occasione: a volte chi non è abituato a stare fuori entra con un atteggiamento superficiale che non aiuta la squadra". Lo sfogo di Josè Mourinho dopo il pareggio della Roma in Europa League col Servette ha fatto notizia. Lo Special One è andato dritto contro alcuni senatori, chiamando in causa pure Guardiola "Solo lui può permettersi di mandare via qualcuno che va male, tanto ne arriva subito un altro. Noi invece restiamo sempre con questi. E a loro dico che giocheranno solo quando gli altri saranno morti".       

Il portoghese, specialista negli attacchi frontali, non è la prima volta che si scaglia contro lo spogliatoio giallorosso nel corso della sua avventura capitolina. Dettaglio tutt'altro che banale vista la storica nomea del 60enne di Setubal, rinomato per stabilire un rapporto unico con i propri calciatori tanto da portarli a compiere grandi gesti di sacrificio in nome del collettivo. Impossibile dimenticare Samuel Eto'o terzino in un Chelsea-Inter di Champions League nell'anno del Triplete. Evidentemente a Roma Mou ha cambiato strategia nel tentativo di motivare e scuotere un gruppo privo di grandi leader e campioni.

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Impossibile dimenticare lo sfogo risalente al febbraio del 2022 con la Roma eliminata al Meazza dall'Inter in Coppa Italia. "Voglio sapere perché, giocando faccia a faccia con l’Inter, nei primi dieci minuti vi siete cagati sotto - avrebbe tuonato ai tempi il portoghese nello spogliatoio -. Voglio sapere perché da due anni vi mostrate piccoli contro le grandi. Il difetto più grande di un uomo è la mancanza di pa**e, di personalità. Avete paura di partite del genere? E allora andate a giocare in serie C dove non troverete mai squadre con i campioni, stadi top, le pressioni del grande calcio. Siete gente senza pa**e".   

Parole forti pure quelle nei confronti di Karsdorp, un anno fa, successivamente al pareggio per 1-1 in casa del Sassuolo. Davanti alle telecamere, e senza mai citare l'olandese, il tecnico non le aveva mandate a dire: "Non ha avuto un comportamento professionale e corretto. L'ho invitato a trovarsi una squadra a gennaio. Il nostro sforzo è stato tradito da un giocatore con un comportamento inadeguato". Decisamente più recente invece, l'uscita in tv al fischio finale di Slavia-Praga (2-0 il risultato): "Nessuno deve parlare perché non c’è molto più da dire di quello che dico io - l'invettiva -. Dal punto di vista individuale in pochissimi hanno avuto l’atteggiamento corretto, con professionalità che piace a me e che io esigo.  L’unico che non meritava di perdere era Bove. Tutti gli altri sì".

Storico, come anche il ko dei giallorossi in Norvegia, lo sfogo dello Special One seguito al 6-1 del Bodo Glimt, sempre in Europa League: "La colpa è mia che ho deciso di giocare questa partita con questa squadra. Volevo dare l’opportunità ai giocatori che erano scesi in campo di meno. Abbiamo perso con una squadra che ha più qualità di noi. Se potessi schierare sempre gli stessi lo farei, ma è un grande rischio: c’è una differenza significativa tra i due gruppi di calciatori". A volte Mourinho non è stato tenero nemmeno dopo i successi: a tornare in mente sono le parole dopo un Roma-Lecce vinto 2-1 dai giallorossi all'Olimpico (a segno Smalling e Dybala): "Forse negli anni ho disimparato l’italiano, non riesco a spiegarmi, perché la squadra in campo fa il contrario di ciò che proviamo". Tante, forse troppe uscite col dito puntato verso lo spogliatoio. 

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