Il difensore della Roma racconta il momento alla Roma e con la Nazionale
Gasperini lo aveva già avuto all'Atalanta e ha deciso di costruire intorno a lui un reparto difensivo che, al momento, si presenta come il migliore del campionato. Gianluca Mancini, ormai al suo settimo anno in giallorosso, ha vissuto a Roma un importante percorso di crescita umana e professionale che vuole coronare con una qualificazione in Champions.
"Arrivare in Champions è il nostro obiettivo, negli ultimi due anni ci siamo andati vicini. Penso che la squadra lo meriti perché nelle ultime stagioni abbiamo sempre fatto dei bei percorsi in Europa League, raggiungendo una finale e una semifinale, siamo navigati. Anche i nostri tifosi lo meritano".
La partenza in campionato è stata promettente, la Roma attualmente è prima in classifica
"Non siamo stati solo fortunati come alcuni dicono, le vittorie le abbiamo sudate e conquistate, c'è sempre un motivo se le cose vanno bene o male. Abbiamo un allenatore con tante qualità e doti caratteriali, la sua esperienza professionale è cresciuta ma la carica che trasmette è sempre la stessa. È ovvio che in due mesi non possiamo dire di essere diventati una grande squadra, c'è tanto da lavorare ma le sensazioni sono positive".
E ora arriva la sfida contro l'Inter all'Olimpico
"È una sfida tosta, l'Inter è la squadra più forte del campionato insieme al Napoli, dobbiamo prendere la partita di petto e cercare di giocare a viso aperto. Loro hanno Lautaro che è un campione, uno dei migliori al mondo, con lui sono sempre dei bei duelli, carichi di intensità ma sempre con fair play".
Un inizio di stagione impreziosito dal gol in Nazionale contro Israele
"Bellissima emozione, quando ho segnato ho pensato al me bambino che indossava la maglia azzurra, anche se in quel momento contava solo la vittoria".
Un ritorno in nazionale coinciso con l'arrivo in panchina di Gattuso
"In realtà io non ho mai avuto nessun litigio con Spalletti, semplicemente un giocatore può piacere a un allenatore e può non piacere a un altro. Se vengo chiamato in Nazionale corro, se rimango a casa faccio il tifo. Con Gattuso c'è stata subito la sensazione di non poter sbagliare, e la voglia di farcela tutti insieme è tanta".
In generale, parliamo di un Gianluca Mancini più maturo, anche negli atteggiamenti
"Prima pensavo a tante cose che mi toglievano energie. È stato fondamentale Ranieri che mi ha fatto riflettere, mi disse che da avversario mi odiava. Ma anche De Rossi mi aveva fatto capire che così perdevo lucidità. Loro mi hanno aiutato, io ci ho pensato su e mi è entrato in testa. Poi sono sempre rompiscatole, competitivo, ma ora gestisco meglio le cose che mi possono portar via energie".