PASSATO E FUTURO

Florenzi: "Ho rifiutato l'Inter, la Roma è un'emozione unica. Non so se tornerò"

L'ex capitano giallorosso, ora al Valencia: "Il virus mi ha insegnato a vivere giorno per giorno"

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"Indossare la fascia è stato un grande orgoglio, soprattutto dopo De Rossi e Totti, nessuno sarà mai come loro. Da loro ho imparato che la Roma viene prima di tutto". In prestito al Valencia, Alessandro Florenzi rivive i momenti d'oro in giallorosso ma anche quello del distacco: "Fonseca è uno dei più grandi allenatori che ho avuto calcisticamente parlando, ci può stare che io non piaccia a lui in un certo ruolo. Volevo fare un'esperienza all'estero e insieme abbiamo preso questa decisione per il bene di tutti". Ma la Roma è sempre stata al primo posto: "Non ho rifutato solo l’Inter, anche altre squadre italiane. L’ultima è stata l’Inter, nel momento in cui dovevo rinnovare con la Roma, era un’offerta molto importante. Ma le emozioni provate a Roma non me le porterà via nessuno. Mi hanno detto di scegliere con la testa, ma ho scelto col cuore. Non so se tornerò".  

"Valencia solo una parentesi? "Non lo so cosa farò l'anno prossimo, io ho sempre fatto dei progetti a lungo termine, questo virus mi ha insegnato a vivere giorno per giorno - ha detto Florenzi a Sky Sport Mi trovo bene a Valencia. L'iter spagnolo è come quello dell'Italia, siamo andati in quarantena prima e il contagio si è attenuato. Ora attendiamo il governo su come ricominciare. Il calcio qui è più aperto, ho notato che c'è la stessa passione ma non si vive come in Italia e a Roma". E ancora: "Come abbiamo vissuto la gara con l'Atalanta? Intanto ringrazio la varicella, è arrivata al momento giusto, quella partita qualcosa ha scaturito a livello di contagi. Per la prima volta giocavamo a porte chiuse, forse la seconda partita non andava giocata, come è successo per il Getafe e la Roma a Siviglia. Da noi ci sono stati dei casi, non so se legati a quella partita ma sicuramente poteva essere giocata a porte chiuse o non giocata".

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Su Zaniolo: "E' un ragazzo speciale. Appena è arrivato era tranquillissimo e lo è tutt’ora. Piano piano ha tirato fuori qualità umane e calcistiche importanti. L’ho sempre preso sotto la mia ala protettiva. Non gli ho mai parlato quando giocava bene, ma ho sempre cercato di dire la mia quando le cose non andavano bene o quando vedevo che non si allenava al massimo".

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