LE PAROLE

Napoli, De Laurentiis: "Insigne scomodo, decida cosa fare"

Il presidente azzurro tira le orecchie al capitano e commenta le voci di mercato: Mertens e Callejon? Se pensano alla Cina..."

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"Non c'ero al summit di Insigne con Raiola e Ancelotti, il problema di Insigne è che lui deve capire da grande cosa vuole fare, perché lui ha sempre avuto un atteggiamento di scomodità a Napoli". Parole che fanno molto rumore quelle del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che a margine della firma della convenzione per lo stadio San Paolo con il Comune ha tirato le orecchie al capitano azzurro: "Io Insigne lo capisco e lo proteggo - ha aggiunto AdL - mi piace e mi sta simpatico, però lui ha sempre sentito scomoda la situazione napoletana. Bisogna che si tranquillizzi e diventi una persona più serena. Ma è un problema suo, non glielo possono risolvere né Raiola né Ancelotti".

"Insigne è un grandissimo calciatore - ha detto ancora il presidente del Napoli - e può essere in forma o meno in forma. Se l'allenatore non lo utilizza lui non può uscirsene con battute o con atteggiamenti quasi di sfida perché l'allenatore è un padre di famiglia che ha 60 anni e solo per questo non ti manda a quel paese". 

Il discorso si è spostato poi sul mercato e in particolare sulle voci che vorrebbero Mertens e Callejon tentati dalle sirene cinesi: "Assolutamente non sono disposto a uno sforzo importante. Ritengo che ogni giocatore abbia un suo valore a seconda di dove gioca, come gioca, che età ha e quello che fa. Se poi qualcuno vuole andare a fare le marchette in Cina perché strapagato, per vivere due o tre anni di m.... è un suo problema. Non posso considerare concorrenziale la Cina, è lontana. Se invece loro la considerano vicina, questi sono problemi loro che non mi riguardano. Nella vita bisogna scegliere se lavorare contenti e fare ciò che ti piace, oppure farlo solo per soldi. Per me i soldi sono un mezzo, non un fine. Se per loro non è così, vadano pure in Cina".

A proposito di mercato, AdL ha 'annunciato' anche la futura partenza di Kalidou Koulibaly: "Io sono affezionato a Koulibaly e non l'ho venduto neanche per 150 milioni, poi però arriverà un momento in cui Koulibaly bisognerà venderlo per forza". In tema di cessioni, De Laurentiis ha commentato anche la corte di Real Madrid e Barcellona a Fabian Ruiz: "Se io - ha affermato - mi convinco a pagare uno che è sconosciuto 30 milioni non sono nato ieri. Chiaramente il giocatore vale. Abbiamo Fabian Ruiz, ma chissà quanti altri ne troveremo, la porta è sempre aperta non bisogna mai affezionarsi a un giocatore". 

Tra i tanti temi toccati anche quello del rapporto con Carlo Ancelotti, di cui nelle ultime settimane si è parlato a lungo: "Ho un allenatore molto bravo, tra noi c'è un rapporto amichevole e di stima reciproca. Ho sentito e letto di tutto e di più, che io avrei litigato con lui... La realtà è che ho sempre detto che Ancelotti può restare qui anche dieci anni. Io sono per la continuità, anche nel cinema, ho l'esclusiva con Carlo Verdone da 17 anni. Non si può avere tutto e subito. Anche per quanto riguarda Lozano, occorre del tempo a lui per di capire come si giochi in Italia e ad Ancelotti per valutare come utilizzarlo". 

Infine qualche battuta anche sullo stadio: "È della città - le parole di De Laurentiis - ce ne faremo carico quando vorranno vendercelo per 1 euro simbolico,  ma il problema è che se sarà nostro si deve combattere facendoci passare la voglia e andremmo a trovare forse una squadra altrove, in Inghilerra, lasciando il Napoli ad altri. Io in questi anni ho cercato di dare continuità, quella continuità che è mancata al Napoli e che nessuno è riuscito a dare. Io continuo a mettere nero su bianco, nei 35 anni precedenti a Napoli nessuno ha mai pagato lo stadio. Io mi sono fermato quando anticipai soldi che non mi sono stati restituiti. È il paese della burocrazia, purtroppo, non a caso nessuno invente più in Italia", ha aggiunto. "Anche l'idea di fare uno stadio o di ristrutturare quello esistente, se non sei Regione o Comune non riesci a fare niente. È difficile per loro, figuriamoci per un privato", ha attaccato il patron azzurro. "Museo del club? Alberga nel mio pensiero dal 2004, quando sono arrivato. Ma deve stare in uno stadio o al centro d'allenamenti.  C'è tanto Napoli da poter inserire, oltre ad altre cose che dei club o delle città non possono vantare perché Napoli è Napoli". "Contro il Verona non ci sarò perché non mi fanno scendere" ha concluso De Laurentiis. 

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