L'ANALISI

Il Napoli non c'è più, tra errori difensivi e tabù San Paolo

Contro l'Inter l'ennesimo passo falso: Europa sempre più lontana

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Il giocattolo si è rotto in quella maledetta sera del 5 novembre, quando la squadra si è ribellata al ritiro punitivo imposto dalla società. è finito in mille pezzi che ora nessuno riesce a ricomporre. Non ce l'ha fatta Carlo Ancelotti, esonerato dopo la vittoria in Champions con il Genk, e non ce la sta facendo nemmeno Rino Gattuso, perché questo Napoli con il passare del tempo si è passato da malato grave allo stato comatoso. Una stagione ormai segnata, con la rincorsa al quarto posto che diventa ogni giorno che passa sempre più difficile. Perché la gara contro l'Inter ha evidenziato ancora una volta i limiti di Insigne e compagni, vittime dei troppi errori difensivi e ormai affetti dalla sindrome San Paolo, dove il Napoli non vince dal 19 ottobre.

Getty Images

Una serataccia all'insegna del numero 3: tre i gol presi dall'Inter, tre i clamorosi errori difensivi (Di Lorenzo, Meret e Manolas sul banco degli imputati) e tre le sconfitte di fila davanti ai propri tifosi, evento che non si verificava dal novembre 2000 quando in panchina sedeva Zdenek Zeman. Gattuso ce la sta mettendo tutta, sta provando a infondere nei suoi ragazzi il suo spirito guerriero ma il blocco psicologico che frena la squadra sembra un muro troppo invalicabile. Sono già 25 i gol subiti in campionato, un'enormità per una squadra costruita in estate per puntare allo scudetto (Ancelotti dixit), figli dei troppi errori individuali, ma anche di una cronica mancanza di equilibrio. Mentre in fase offensiva si vedono sprazzi di bel gioco, i problemi arrivano quando la squadra viene attaccata e lascia praterie agli avversari.

Come ammesso dallo stesso Gattuso "Fabian Ruiz fa fatica a coprire il campo e Zielinski deve imparare a riempire la propria zona quando non siamo in possesso". Una bocciatura per lo spagnolo, in fase involutiva anche perché distratto dalle voci di mercato, e costretto a giocare in un ruolo che non gli si addice. Ma l'ex Betis non è l'unico ad aver deluso sin qua: la coppia Manolas-Koulibaly non riesce a trovare gli automatismi giusti, Lozano sembra sempre più un pesce fuor d'acqua e davanti il solo Milik sta rendendo secondo le aspettative. Il polacco è andato a segno anche contro l'Inter, ma non può da solo togliere sempre le castagne dal fuoco. Sabato c'è un altro esame di fuoco, all'Olimpico contro la Lazio del re dei bomber Immobile: Gattuso spera nella scintilla giusta per vedere la luce in fondo al tunnel.

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