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Buoni e Cattivi: Ancelotti, così dai ragione alle "vedove" di Sarri

I premi di Napoli-Torino: sicurezza Sirigu, Belotti solitario e la coperta corta di Mazzarri

18 Feb 2019 - 08:19

In attesa dell'esame Champions, la Juventus allunga ancora: +13 sul Napoli è già sentenza scudetto, checchè ne dicano superstizione e luogocomunismo. Era appena la sera di sabato 2 febbraio quando, dopo il 3-0 del Napoli alla Sampdoria, la Juventus si specchiava in casa contro il Parma facendosi recuperare dal 3-1 al 3-3 e vedendo ridotti a 9 i punti di vantaggio dagli 11 del pre 22esima giornata. Vista dal Napoli, da -9 a -13 in appena due turni: Ancelotti recrimina sulle occasioni sciupate nelle sfide contro Fiorentina e Torino, i numeri danno ragione alle "vedove" di Sarri...

PREMIO TOMBOLA - Con l'organico più o meno invariato, il primo Napoli di Ancelotti rispetto all'ultimo Napoli di Sarri ha, alla giornata numero 24, 10 punti in meno (53 contro 63), ha segnato 13 reti in meno (42 contro 55) e ne ha incassate 4 in più (18 contro 14). Inoltre, a questa altezza del campionato, con il Napoli oggi a -13 dalla vetta lo scorso anno la squadra di Sarri era prima con 1 punto in più della Juventus. Numeri che parlano da soli.

PREMIO SICUREZZA - Non avrà fatto miracoli, ma Salvatore Sirigu ha confermato anche al San Paolo il suo grande momento di forma. Due grandi parate su Milik e altrettante su Insigne, l'aiutino del palo in occasione del tiro a giro di Insigne, un pizzico di fortuna quando Milik è arrivato un paio di volte con una frazione di ritardo all'appuntamento con il (possibile) gol.

PREMIO GALLO SOLITARIO - Zero tiri in porta, zero occasioni da gol. Il povero Andrea Belotti, capitano coraggioso, a Napoli si è visto esclusivamente in chiave difensiva. La prima palla buona, al minuto 87, gli è arrivata da un rimpallo pasticciato tra Allan e Zielinski. Nel recupero poi un'altra sua sgroppata prepotente in contropiede è stata fermata da un sandwich Allan-Malcuit.

PREMIO LAVAGNA TATTICA - La solidità difensiva di questo Torino è certamente merito di Walter Mazzarri, che ha puntato sul trio Izzo-Nkoulou-Djidji (ieri sostituito nell'occasione da Moretti) a protezione di Sirigu. Era dai gloriosi tempi del Toro targato Mondonico che dopo 24 giornate i granata non subivano così pochi gol (22 in 24 partite, con una striscia di 377 minuti di imbattibilità: zero reti subite nelle ultime quattro partite più gli ultimi 17 minuti di Roma-Torino 3-2). Forse però al Toro mazzarriano manca un po' di coraggio per osare di più. Come caratteristiche tecnico-tattiche, infatti, il teorico 3-5-1-1 visto al San Paolo era un 6-3-1: oltre ai tre baluardi centrali infatti hanno caratteristiche difensive Ola Aina, De Silvestri e Ansaldi; Lukic e Rincon sono centrocampisti più di contenimento che di offesa e proposizione; Berenguer nasce come "carrilero", centrocampista esterno bravo a fare in fascia le due fasi. Ecco, diciamo che vedere Iago Falque in panchina (e Ljajic ceduto in estate...) forse spiega la pochezza offensiva del Toro. Che che con 28 reti ha il 13esimo attacco della Serie A. Con Belotti a segno solo 7 volte, di cui ben 4 su rigore.

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