Ancelotti, guerra al razzismo: "Il calcio italiano non è cambiato, non se ne può più"

Gravina: "Partite temporaneamente interrotte al primo coro"

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Il caso Koulibaly, a San Siro, ha fatto esplodere uno degli aspetti più negativi del nostro calcio. Un problema, quello del razzismo, contro il quale Ancelotti è durissimo: "Non se ne può più, anche a Bologna un giocatore di vent'anni l'altro giorno è stato insultato (il riferimento è allo juventino Kean, ndr), non ha senso. Il calcio italiano non è cambiato, gli ignoranti e maleducati continuano ad andare negli stadi e per loro serve un corso di educazione, senso civico e rispetto".

L'allenatore azzurro ha parlato nel corso di un intervento all'Università Vanvitelli a Napoli: una vera e propria lezione sulla gestione del gruppo in una squadra di calcio. "Ho avuto la fortuna di stare nove anni all'estero e queste cose sono state debellate - dice Ancelotti -. Non si può fare, si deve fare". Il tecnico precisa poi il proprio pensiero a proposito dei cori razzisti durante una gara: "Ho sentito dire 'Ancelotti non può decidere di sospendere una partita', ma forse quando parlo non mi faccio capire. Non ho mai chiesto di sospendere le partite, so bene che se 60.000 persone devono uscire dallo stadio ci sono problemi. Ma in caso di cori razzisti le partite si devono interrompere, si aspetta qualche minuto e poi si riprende. Ho sentito un'intervista del presidente della Federcalcio Gravina e so che la federazione sta facendo dei passi per semplificare questa norma. Questo è giusto ma ricordiamoci anche che la norma c'è ed è già applicabile quando c'è un insulto territoriale o razziale e a Milano non è stata applicata. In Bologna-Juve ci sono stati gli insulti a un ragazzo: la partita si ferma temporaneamente, si fa un annuncio, e poi si ricomincia. Si fa così anche per la pioggia, nel 2000 (si riferisce a Perugia-Juve, ndr) aspettammo due ore per riprendere".

GRAVINA: "PARTITA TEMPORANEAMENTE SOSPESA AL PRIMO CORO RAZZISTA"
Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, spiega i provvedimenti che verranno presi in caso di cori razzisti: "Nel prossimo Consiglio federale di fine mese, semplificheremo l'iter di sospensione delle gare previsto dall'articolo 62 delle Noif - dice alla Gazzetta dello Sport -. Contestualmente all'annuncio dello speaker, il gioco verrà temporaneamente sospeso e le squadre si raduneranno al centro del campo. Se i cori continuano, si va negli spogliatoi. A quel punto il responsabile dell'ordine pubblico deciderà se sospendere o riprendere la gara". Non sarà compito dell'arbitro sospendere il match: "Lo escludo, l'arbitro deve fare l'arbitro... Impensabile che debba essere lui a prendersi la responsabilità di mandare a casa 50mila persone". A segnalare i cori razzisti "saranno i collaboratori della Procura federale e il funzionario del Viminale. Li segnaleranno al quarto uomo e sarà attivata la procedura". Sulla Responsabilità oggettiviva ha aggiunto: "Io credo che le responsabilità debbano essere personali, altrimenti diventiamo prigionieri di pochi delinquenti. La responsabilità oggettiva delle società è un caposaldo del codice di giustizia, ma riflettiamo se non il sia caso di attenuarla aggiungendo delle esimenti. Se il resto dello stadio, ad esempio, sovrasta i buu con segni di disapprovazione, ne dovremo tenere conto".

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