Romagnoli, l'eroe rossonero che ha eliminato la sua Lazio. E quell'esultanza trattenuta sotto la Nord

Il difensore del Milan ha dichiarato il tifo per i biancocelesti. E la semifinale l'ha decisa proprio un suo rigore sotto la Curva

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Lo aveva detto alla vigilia: "Tifo Lazio ma voglio la finale col Milan". Alessio Romagnoli è stato quasi profetico perché, alla fine, la semifinale di Coppa Italia l'ha decisa lui dopo 120 minuti e 14 rigori. Il penalty decisivo lo ha calciato lui, di dichiarata fede biancoceleste, sotto la Curva Nord. Quella da cui, da piccolo, andava a vedere la squadra scudettata accompagnato dal papà. All'Olimpico, quello stadio che, dice, lo emoziona sempre.

E proprio all'Olimpico Romagnoli ci tornerà per giocare la finale contro la Juve. Una finale che il Milan ha raggiunto anche grazie al suo contributo: perfetto in difesa per tutta la partita: anticipi, chiusure e un'intesa con Bonucci che migliora ogni giorno di più. I rossoneri non subiscono gol da oltre 500 minuti tra campionato e coppa e il merito va, senza dubbio e in buona parte, alla coppia di centrali.

Romagnoli è un "laziale incompiuto": tutte le giovanili le ha fatte con la Roma, squadra in cui è rimasto fino al 2014 prima dell'acquisto definitivo da parte del Milan e dopo il prestito alla Samp. E oltre al passato giallorosso, dopo le dichiarazioni d'amore della vigilia, Romagnoli la sua Lazio l'ha fatta piangere, l'ha eliminata, privata della finale con quel rigore decisivo dopo il quale non si è lasciato andare a un'esultanza sfrenata, come ci si poteva aspettare da parte di chi porta la sua squadra in finale: del resto non poteva, proprio lì, sotto la Nord. Il Romagnoli eroe rossonero ha allargato le braccia e chiuso gli occhi sotto il nevischio che iniziava a farsi fitto in quel di Roma per poi essere travolto dall'abbraccio di Donnarumma e Bonucci. "Sono laziale, è una grande emozione giocare nello stadio in cui andavo da piccolo a vedere la squadra-scudetto. È sempre bello affrontare la Lazio, sono tifoso laziale e la mia fede è quella" aveva detto due giorni fa il difensore azzurro. E dopo la gara di ieri, sul web ha iniziato a girare una foto di qualche anno fa di Romagnoli con la maglia della Lazio. Perché il bello del calcio è anche questo. Storie nelle storie. Come quella di un bambino con una grande passione, cresciuto con una maglia addosso opposta alla propria fede e consacratosi tra i grandi a tanti chilometro da casa. Per poi risultare decisivo proprio in quello stadio, sotto quella curva e contro quella squadra. Quella del cuore. Ed essendo, nel frattempo, uno dei migliori difensori italiani. E che magari può sognare, un giorno, un percorso inverso a quello di un certo Alessandro Nesta, altro difensore col cuore metà biancoceleste e metà rossonero. 

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