L'INTERVISTA

Paolo Maldini: "Milan virtuoso e competitivo, obiettivo raggiunto"

Il dirigente rossonero: "Sono tornato perché il calcio è la mia passione"

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Dopo un primo anno di ambientamento al fianco di Leonardo, Paolo Maldini si sta prendendo il Milan anche a livello dirigenziale con una presenza elegante, disponibile, ma soprattutto competente. A lui vanno assegnati diversi meriti per operazioni importanti a livello di mercato e su di lui la proprietà sta puntando per costruire una squadra competitiva e virtuosa: "Non ho mai considerato il mio ritorno al Milan obbligatorio solo per la mia carriera - ha raccontato Paolo Maldini -, ma certo questo club è e sarà sempre la mia passione, come il calcio".

Dopo un paio di corteggiamenti non andati a buon fine, la chiamata giusta è arrivata da Leonardo con la nuova proprietà rossonera: "Il primo anno mi ha chiamato, io e lui però avevamo una visione diversa di come doveva essere la squadra. Il club ha fatto investimenti importanti, pur con una spesa non eccessiva - ha commentato in un'intervista a So Foot -. Dopo la partenza di Leo, per necessità economiche viste le continue perdite annuali sopra i 100 milioni di euro - è stata imposta austerità negli acquisti, programmando di scommettere sui giovani per tornare competitivi. Rispettando la nostra storia, perché nessun progetto non può non avere un'idea - seppure piccola - di essere vincente da subito. La sfida era di tornare competitivi e finanziariamente virtuosi, e devo dire che oggi quell'equilibrio lo abbiamo trovato".

Un progetto, quello rossonero, partito prima della pandemia che ha stravolto il mondo, anche quello del calcio: "Averlo fatto prima significa che oggi molte società ci stanno guardando e ci prendono come esempio di club virtuoso, vedremo se vincente in futuro. Anche in Europa penso ci considerino così. Non possiamo permetterci top player dal punto di vista economico - ha continuato Maldini -, ma quando saremo tornati in Champions per quattro-cinque anni di fila, allora potremo fare altri sacrifici economici".

Una rinascita nel senso dei giovani e della futuribilità economica che però ha anche un volto ben preciso in campo, che giovane non è: Zlatan Ibrahimovic. "Il club è sopra ogni giocatore, perché questi passano mentre il club rimane. Poi ci sono quelli come Ibra che lasciano un segno diverso del loro passaggio. E' un motivatore, una risorsa enorme per chi riesce a trarre il massimo dalle sue qualità".

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