Milan, senti Paquetà: "Kakà mi ha già dato consigli, l'Italia è un sogno"

Il trequartista ormai ex Flamengo: "Sono sempre stato considerato come la promessa. Il tempo passa e io miglioro..."

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In attesa di approdare a Milano (Gattuso ha detto di attenderlo tra un paio di settimane, ndr), Lucas Paquetà ha parlato in conferenza stampa in Brasile dando l'addio al Flamengo. “Sono riconoscente al Flamengo per avermi formato come uomo e come calciatore, per avermi dato l'opportunità di inseguire i miei sogni e i miei obiettivi - ha detto -. È cambiato tutto da quando sono entrato qui la prima volta, è un club che resterà per sempre nel mio cuore. Amerò sempre questi colori e questo club”.

Ora però lo aspetta l'Italia, un momento che il trequartista brasiliano sintetizza così: “Lavoro, sacrificio, è un sogno che diventa realtà. Cosa so della lingua? Conosco solo la parola ‘Grazie', poi cercherò di mettermi in pari con la lingua. Ma già sto imparando. Il trasferimento? Lo vivrò al meglio, vedremo cosa accadrà. Magari piangerò a vedere i tifosi del Flamengo, è possibile".

L'occasione era però buona per un bilancio dei suoi anni al Flamengo: "Il momento più bello? Le finali fatte negli anni, è stato incredibile vivere certi momenti con questa tifoseria incredibile”.

Intanto, però, Paquetà ha provato a farsi un'idea di quello che lo aspetta in Serie A parlando con qualche brasiliano del nostro campionato...
“Ho parlato con Juan che mi ha detto splendide cose dell'Italia e anche con Kakà, mi ha dato qualche consiglio e mi ha spiegato un paio di cose. Mi ha detto di essere convinto e deciso, anche se sono una persona timida. Volerò in Italia nei prossimi giorni per gli ultimi dettagli. Ora voglio chiudere col Flamengo nella migliore maniera possibile”.

Paura di poterti bruciare? “Sono sempre stato indicato come la promessa, il futuro e questo tipo di cose. Il tempo passa e io miglioro, non ho paura. Ho sempre avuto al mio fianco la famiglia, mio padre, mia madre. mia moglie e anche con le pressioni del club che ha creduto in me pagandomi le cure, non ho mai avuto problemi di pressione. C'è stato sacrificio e lavoro, non mi è mai stato regalato niente”.

Farai esultanze ballando anche in Italia? “Quando segno sono sempre molto felice, sempre ‘ballerino' con le esultanze. Non farò differenze nemmeno in Italia. Vedremo se qualcuno si metterà al mio fianco a fare qualche balletto (ride, ndr). Ma già so che sarà difficile far ballare dopo un gol gente come Higuain. Scherzi a parte, non vedo l'ora di arrivare e conquistarmi lo spazio in campo”.

Cosa proverai prima di lasciare definitivamente il Brasile? “Ne ho parlato con mia moglie e mia madre, forse avrò un po' di paura di lasciare il Flamengo, una sensazione che non ho mai provato prima. Amerò per sempre questo club e sono sempre stato bene qui. Lascerò con un po' di dolore, sarà come lasciare casa per la prima volta. Capite quel sentimento, no? Ma sono sicuro che un giorno, magari a fine carriera, tornerò”.

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