LE PAROLE

Milan, Ruben Loftus-Cheek si presenta: "Non potevo dire no, sarò un leader"

Il centrocampista inglese: "Do il meglio nel centrocampo a tre, io e Pioli la vediamo allo stesso modo"

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Ruben Loftus-Cheek fino a questo momento è stato l'investimento del Milan sul mercato. Il centrocampista inglese è uno dei volti nuovi agli ordini di Stefano Pioli e dopo il primo approccio a Milanello con compagni di squadra e tifosi nel giorno del raduno, è arrivato il momento delle prime parole da giocatore del Milan: "I primi contatti sono stati con Maldini dopo Chelsea-Milan e in questi mesi ci siamo sentiti molto - ha commentato l'inglese -. Voglio essere un leader del Milan e ho parlato con Pioli sul mio ruolo, abbiamo le stesse idee".

LE PAROLE DI LOFTUS-CHEEK

L'entusiasmo dei tifosi ti ha ricordato l'atmosfera di Milan-Chelsea a ottobre?
Si, durante quella partita eravamo rimasti stupiti dall'ambiente di San Siro. Il sostegno dei tifosi del Milan era davvero straordinario, con grande passione.

Tomori ti ha raccontato il Milan e Milanello?
Quando la trattativa ha iniziato ad evolversi ho parlato molto con Tomori, mi ha aiutato davvero tantissimo. Mi ha parlato della squadra, dei tifosi, della città. Prima di parlare con lui però già sapevo della forza della squadra e della storia di questo club, di cui avrei voluto far parte. Tomori però mi sta aiutando anche con la lingua, ma spero di imparare velocemente l'italiano.

C'è qualche centrocampista del passato del Milan a cui ti piacerebbe essere accostato?
Amavo particolarmente il modo di giocare di Kakà, la sua gestione del pallone. Non mi voglio paragonare a lui, ma mi ha sempre ispirato così come Pirlo. Hanno stili diversi dal mio, ma sono stati giocatori straordinari.

Il valore della maglia numero 8 e la sua eredità pesante: dove può arrivare il Milan?
Capisco bene il peso della maglia del Milan e del numero 8 in questa squadra. Questo dimostra la mia ambizione nel voler aiutare la squadra. In questa stagione dobbiamo migliorare.

La tua migliore stagione è stata con Sarri: vuoi tornare a quel livello dal punto di vista offensivo?
Quell'anno è stato il mio migliore dal punto di vista dei numeri, ricoprivo il mio ruolo preferito. Durante la carriera ho giocato in più posizioni, ma quello con Sarri era dove potevo dare di più. Venire al Milan e poter tornare a giocare in quel ruolo per me è stato importante, negli ultimi tre anni ho giocato in posizioni più difensive ma non è ciò che preferisco fare.

Il Milan ti aveva già cercato in passato?
Quando c'è stata la sfida tra Milan e Chelsea in Champions League, a Londra, dopo quella partita Maldini mi disse che erano rimasti colpiti dalle mie prestazioni. L'ipotesi era balenata già all'epoca ed è rimasta aperta fino ad ora che sono qui. Parlarne con Maldini mi ha spinto a prendere questa decisione.

Hai parlato con Pulisic?
È un giocatore straordinario, ci siamo già sentiti molti e sì arriverà mercoledì.

Ti senti pronto di essere il leader del centrocampo del Milan? Ne hai parlato con Pioli?
So bene qual è la responsabilità di entrare a fare parte del Milan. Farò del mio meglio come sempre, a 27 anni posso dire di avere esperienza pur con qualche infortunio che ho dovuto superare. Mi sento bene e penso di poter fare bene, anche come leader.

Cosa rappresenta questa sfida a livello personale?
Sono davvero contento di essere qui al Milan. Ho passato tantissimi anni al Chelsea, ma non ero soddisfattissimo del mio contributo perché non sono mai riusciti ad avere una certa costanza per eccellere. Questo è il momento giusto per iniziare un capitolo nuovo in carriera.

In che posizione ti schiererà Pioli?
Prima di firmare con il Milan è stato importante discutere con mister Pioli e la dirigenza della mia posizione e del loro progetto tattico su di me. So fare diversi ruoli, cerco sempre di fare il massimo, ma io e il tecnico la pensiamo uguale.

Un primo ricordo del Milan?
Il Milan è un club storico, ha sempre avuto grandi campioni. Non potevo dire di no a questa opportunità.

Con il Milan puoi riconquistare la Nazionale?
Per me in questo momento non è la priorità la nazionale. È un obiettivo certo, ma non è la prima cosa a cui sto pensando.

Quali sono le differenze tra Premier League e Serie A?
Saprò rispondere meglio tra qualche mese. Tenendo in conto la fisicità dello sforzo, io sono molto fisico e questa caratteristica la vorrei portare in Serie A.

Il tuo allenatore preferito fino a questo momento?
Col Chelsea ne ho avuti tanti di alto livello, ma quello che forse mi ha aiutato di più a migliorare è stato Sarri. Mi diede fiducia.

Quanti gol ti senti nelle gambe?
Non ho obiettivi stabiliti, ma vorrei giocare in un ruolo che mi permetta di fare qualche gol. Vorrei farne molti, ma non voglio mettermi troppa pressione.

Come te la cavi sui calci piazzati?
Sono alto e sono un giocatore molto fisico. A livello difensivo sono efficace sui corner e sui calci di punizione, ma in questa stagione vorrei fare di meglio in attacco.

Il Milan potrebbe giocare con il centrocampo a 3?
Penso che il ruolo in cui mi sento più a mio agio è in un centrocampo a tre. Sono cresciuto nel 4-3-3, forse per questo con Sarri ero così efficace. Sono felice se Pioli sceglierà questa strada, ma in ogni caso mi adeguerò.

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