L'ANALISI

Milan, la rinascita inizia dietro: difesa blindata e risultati ritrovati

Thiaw è il simbolo della rivoluzione dopo un gennaio da incubo, con lui in campo rossoneri imperforabili e Theo è tornato

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Il divario dal Napoli (-18) capolista è ormai incolmabile. Un gennaio da incubo ha spento in anticipo i sogni scudetto, ma il Milan è tornato. Quella contro l’Atalanta è la vittoria della svolta per i campioni d'Italia, la quarta di fila senza subire gol (dopo averne subiti 13 nelle ultime 4) e quella che proietta i rossoneri al secondo posto in classifica al pari dell’Inter sconfitto a Bologna. Un successo fondamentale in chiave Champions, che dà fiducia anche per il ritorno degli ottavi col Tottenham perché la Dea è una squadra ‘europea’ che attacca molto bene e perché a Londra potrà bastare un pareggio e questa squadra, da quando si è messa a tre dietro e si fa guidare da Thiaw, non ha mai più preso gol.

Il centrale classe 2001, acquistato dallo Schalke per 7 milioni circa, è il simbolo della metamorfosi dei rossoneri e anche il talismano del momento della squadra di Pioli, perché con lui in campo in questa stagione il Milan non ha mai preso gol. Un simbolo, oltre che del periodo positivo, anche della scelta del tecnico di giocare a 3 dietro (esaltando Theo ma limitando notevolmente, anche per colpa sua, Leao) che ha ridato solidità alla squadra e portato il Milan fuori dal momento di crisi e pienamente in zona Champions.

Il rientro tra i pali di Mike Maignan dopo quasi 6 mesi di assenza ha sicuramente agevolato la gestione dei palloni che gravitavano intorno all’area e la costruzione dal basso della squadra di Pioli, ma viste le occasioni concesse all’Atalanta in 90’ (e anche quelle delle partite precedenti) viene da pensare che le reti subite dal Milan non sarebbero state molte di più neanche se in porta ci fosse stato Tatarusanu, reduce per altro da tre clean sheet consecutivi. 

Milan dunque tirato quasi a lucido in vista della decisiva trasferta di Londra dell’8 marzo, per quando dovrebbe tornare a disposizione anche Bennacer restituendo a Pioli la diga titolare di centrocampo (e facendo tornare in panchina l’ottimo Krunic). Un recupero fondamentale visto il ritorno tra le fila degli inglesi di Hojberg, che di rientro dalla squalifica trasformerà notevolmente il centrocampo degli Spurs rispetto a quello dell’andata visto a San Siro. 

Il Tottenham è La partita dell’anno, quella da cui probabilmente dipenderà il giudizio finale sulla stagione del Milan, ma la squadra di Pioli ci arriva nel miglior momento possibile e con la fiducia giusta per cercare di portare a casa l’impresa. Il volto di questa ritrovata consapevolezza è Theo, che dopo un gennaio anche lui da incubo ha rialzato la testa e anche il motore delle gambe ed è tornato ad essere decisivo con gol, assist e giocate da leader anche tattico.

Se il Milan ritroverà la fiducia smarrita come ha fatto vicecapiatan Theo, e continuerà a puntare ancora su talismano Thiaw, l’impresa di Londra sembra davvero possibile. Lo scudetto ha ormai preso la strada di Napoli, ma la vittoria di personalità contro l'Atalanta ci dice che il Diavolo è tornato. E il suo DNA è notoriamente europeo…

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