Dentro un post-partita che è dolce a metà, c'è una frase di Stefano Pioli, non esattamente felice del pareggio di Salisburgo, che apre scenari diversi, e in parte inediti, per il Milan che verrà. Eccola: "Credevo che la squadra avesse recuperato dopo il derby, invece per alcuni mi sbagliavo". E ancora: "La squadra è fatta di 28 titolari: magari cambierò qualcosa tra Sampdoria, Dinamo Zagabria e Napoli". Il succo del discorso è semplicissimo e la lezione arriva direttamente dalla prima di Champions: il campionato porta via energie mentali, l'Europa è devastante a livello fisico, perché il ritmo è altissimo. Le rotazioni, quindi, piaccia o non piaccia, dovranno aumentare. A partire da quelle che devono e dovranno coinvolgere i nuovi arrivati.
E' troppo presto per immaginarsi oggi le scelte che il tecnico farà in vista della Sampdoria, ma ci sono alcune evidenze innegabili. La prima: De Ketelaere, partito alla grande contro il Bologna, è andato progressivamente in difficoltà nel derby contro l'Inter e ieri sera a Salisburgo. I motivi sono almeno due: innanzitutto è probabile che il salto dal campionato belga a Serie A e Champions non sia così facilmente assorbibile. Quindi è necessario prendere atto del fatto che entrare nei meccanismi di una squadra che gioca a memoria non è affatto semplice.
E qui si apre un altro capitolo. La complessità del gioco di Pioli, che si evolve di stagione in stagione e, a volte, di partita in partita, è tanto più chiara quanto ci si rende conto della difficoltà di apprendere le sue nozioni da parte dei nuovi arrivati. Insomma, da De Ketelaere a Vranckx e Adli, passando per Dest e Thiaw - il discorso relativo a Origi è differente, il ruolo del centravanti è tatticamente il meno difficile -, per assimilare fino in fondo i movimenti della squadra ci vorrà tempo. Non a caso Cdk ha mostrato buonissime cose, ma soltanto quando la giocata era "scollegata" dagli schemi e spesso fa fatica a farsi trovare dai compagni tra le linee.
Le stesse difficoltà le avranno probabilmente gli altri, a partire probabilmente da Vranckx, chiamato a mandare a memoria i movimenti più complessi. Tutti, però, hanno assolutamente bisogno di mettere minuti nelle gambe e, in questo caso, nella testa. E la lezione di Champions, con un Milan improvvisamente sotto ritmo e sfiancato mentalmente, diventa in questo senso l'occasione buona per fare spazio a tutti. Magari con un turnover che sia più equilibrato rispetto a quello un po' troppo spinto della gara di Sassuolo.
Il punto di Salisburgo non è da buttare, si tratta pur sempre di un'avversaria che in casa non perde da quattro anni. Tra Champions e campionato, però, con il tritacarne di un calendario compresso causa Mondiali, sarà necessario arrivare ai famosi 28 giocatori di cui ha parlato Pioli a margine della sua notte austriaca. A partire da subito e, magari, valutando anche la possibilità di variare modulo in alcune circostanze o a gara in corso per "riempire" un po' il centrocampo e sgravare Bennacer e Tonali di un lavoro di copertura e cucitura che, alla lunga, potrebbe pesare troppo.
Il Milan inizia con un pareggio
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