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La FIGC esclude il Brescia dal calcio professionistico: ora via al nuovo corso

03 Lug 2025 - 18:42
 © italyphotopress

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Mancava solo l'ufficialità arrivata a sancire la fine di una storia lunga 114 anni. Il Brescia calcio è stato escluso dai campionati professionistici per "il mancato rispetto dei criteri legali ed economico-finanziari per l'ottenimento della Licenza Nazionale ai fini dell'ammissione al Campionato Serie C 2025/2026". Parla chiaro la FIGC in una delibera inevitabile dopo che Massimo Cellino, da otto anni patron delle rondinelle, lo scorso 6 giugno aveva deciso di non rispettare le scadenze federali e di non pagare stipendi e contributi. Una scadenza perentoria che aveva un solo epilogo possibile: l'esclusione dal calcio che conta di una società in cui hanno giocato Baggio e Guardiola, Toni e Pirlo e visto passare allenatori come Mazzone e Lucescu.

ggi 3 luglio 2025 è tutto finito. Quel Brescia non ci sarà più e nelle scorse ore sono partite le lettere di licenziamento per i dipendenti, mentre Cellino, nonostante la decisione di abbandonare al club al proprio destino sia stata solo sua, annuncia battaglia legale. Ai vertici del calcio, per il ritardo nella comunicazione del non corretto pagamento di contributi di febbraio - saldati con crediti di imposta risultati inesistenti - e con il Comune di Brescia che ha firmato la revoca della concessione per l'utilizzo esclusivo dello stadio Rigamonti. Ieri nessuno del club si è presentato davanti all'impianto di Mompiano per restituire ai dirigenti comunali le chiavi degli uffici. Così la Loggia ha inviato una seconda comunicazione fissando a domani un nuovo appuntamento. In caso di nuova assenza, la Loggia interverrà con un fabbro per cambiare le serrature.

Ma Cellino, come detto non molla, e ha inviato una diffida al Comune ritenendo illegittimo l'atto di revoca della concessione. Nel frattempo prosegue il lavoro di Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Lombardia, oggi patron della FeralpiSalò iscritta al campionato di Serie C e pronto a trasferire la squadra in città cambiando denominazione e mantenendo così Brescia nel calcio professionistico. Un trasferimento benedetto anche da A2a, multiutility controllata dai Comuni di Brescia e Milano, che ha già fatto sapere di partecipare al nuovo progetto probabilmente con una sponsorizzazione. Pasini sta anche cercando di coinvolgere altri industriali del territorio così da strutturare una società forte in grado di riportare il club della città nel calcio che conta.

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