Luka Modric sarà il 13° Pallone d'Oro a giocare nel Milan
© italyphotopress | Luka Modric - Pallone d'Oro 2018
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La squadra di Allegri sa sfruttare al meglio le qualità complementari dei suoi giocatori di metà campo
© Getty Images
Sarà che il Milan è abituato ai Palloni d'oro (sono ben 13 nella storia rossonera i giocatori che hanno alzato il prestigioso trofeo individuale), sarà che il nostro campionato permette di fare la differenza anche a un'età avanzata, ma quello che sta facendo Modric nelle sue prime apparizioni in Serie A è davvero sconvolgente. E' costantemente una mossa avanti, fa sempre la cosa giusta, accarezza il pallone pescando chi si butta in profondità senza neanche guardarlo, usa l'esterno del piede come una logica prosecuzione di un cervello calcisticamente avanzato. L'azione che lo ha portato al gol decisivo al Bologna (palla in verticale in un corridoio che ha visto solo lui, prima di lanciarsi nello spazio) e il passaggio che pesca Espuninian a Udine, sono solo piccole chicche in prestazioni superbe.
Allegri, che ama chi sa trattare bene il pallone, lo ha fatto diventare il perno di un centrocampo che è la forza vera dei rossoneri. Già, perché non c'è solo il croato. Con le fasce occupate da Selemaekers ed Estupinan, chiamati a coprire verticalmente tutto il corridoio laterale, la parte centrale del reparto è un perfetto concentrato di qualità che si amalgamano in modo naturale. C'è la regia illuminata di Modric, il tempismo negli inserimenti di Rabiot (che parte dal centrosinistra per poi tagliare verso il centro a occupare la trequarti) e la fisicità, fondamentale in interdizione, di Fofana che, tra l'altro, non disdegna nemmeno lui l'attacco alla profondità approfittando dei movimenti incontro di Gimenez. In più c'è Pulisic che, pur essendo teoricamente la seconda punta, aiuta il reparto centrale legando l'attacco con chi arriva da dietro.
Una metà campo da scudetto, considerando che ci sono anche giocatori del livello di Ricci e, quando tornerà a disposizione, Jashari. Solo il Napoli, al momento, è all'altezza della qualità e dell'assortimento del reparto centrale rossonero. Conte ha deciso di non rinunciare alla qualità dei suoi centrocampisti, inventandosi un sistema di gioco che permette di schierare insieme Lobotka, Anguissa, De Bruyne e McTominay. Un ruolo definito, quello del regista slovacco, e un movimentismo codificato per tutti gli altri, che permette di unire l'inventiva alle esigenze del collettivo. Ecco perché si può vedere il belga ex City affiancare Lobotka in fase di impostazione quando è il caso di avere due registi, McTominay partire da sinistra per poi accentrarsi e creare sovraccarichi in cui scambiarsi il pallone per mandare fuori giri gli avversari e Anguissa leggere le situazioni per decidere quando fiondarsi nell'area avversaria.
Difficile dire quale dei due reparti sia più forte o più completo ma di certo, tra una settimana, quello a centrocampo sarà uno scontro nello scontro che renderà ancora più stimolante il posticipo domenicale tra Milan e Napoli.
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