Milan: i dubbi di Gattuso e l'attesa di Donadoni

Le ore della riflessione, dei mille dubbi, delle certezze che improvvisamente si fanno nebulose. Piove e spiove a Milano, nuvole nere si addensano da stamattina sulla città e sul futuro di Rino Gattuso. Preparare un Milan-Sampdoria in condizioni normali sarebbe routine nel mestiere di allenatore, ma così, con l'incubo di vedere svanire un sogno dopo appena un anno dall'inizio, diventa una tortura che solo i grandissimi potrebbero superare e archiviare. Proprio questo è il punto. Gattuso ha dimostrato in varie occasioni di essere un buon allenatore, ma per uscire da questo tunnel deve dimostrare di essere un "grande" allenatore.

Sono i momenti in cui si vanno a cercare le risorse più nascoste, si mettono in discussione le certezze portate avanti nel tempo. Si pensa che Cutrone e Higuain possano giocare insieme dopo aver sostenuto per mesi il contrario, si cerca di estrarre dalla polpa dei giocatori tutte quelle energie che nel periodo precedente si sono solo intraviste appena. Ha chiesto dei cani arrabbiati dopo essersi visto sfilare davanti dei cucciolotti spauriti nella serata di Europa League contro il Betis Siviglia. Le ha provate tutte, Rino. Ha provato a mettere sul tavolo tutto il bagaglio che si è costruito in questi anni di calcio. Può essere suffiuciente, ma può essere anche insufficiente.
Il Milan, comunque vada, resterà ai milanisti. Roberto Donadoni da qualche giorno ha interrotto la modalità "relax" e ha iniziato a caricrarsi per una possibile e probabile chiamata da parte degli amici Maldini e Leonardo. Il medesimo Leonardo ha anche considerato la possibilità di tornare a sedersi in panchina dopo tutto questo tempo. Ma a San Siro, dove piove e spiove, si sta per scrivere un capitolo fondamentale di questa storia.