Milan, Giampaolo in conferenza: "I nuovi sono indietro, voglio una squadra competitiva"

Il tecnico alla vigilia di Udine: "Suso resta? Il mercato non è chiuso, può succedere di tutto"

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Il gran giorno sta per arrivare. Marco Giampaolo debutta sulla panchina del Milan in una gara ufficiale al termine di un precampionato pieno di alti e bassi, con segnali di crescita e il passo indietro di Cesena. Domenica (ore 18) a Udine si vedrà molto probabilmente una squadra praticamente priva di nuovi acquisti, con Theo Hernandez fuori causa per infortunio e gli altri (Krunic, Bennacer, Leao e Duarte) non al top della condizione o non ancora perfettamente integrati. 

Pensava di essere al punto in cui si trova?
"Il lavoro l'abbiamo portato avanti così come l'avevamo programmato. È che sono arrivati in ritardo alcuni calciatori. Solitamente in ritiro hai più tempo per il lavoro tattico e chi è arrivato tardi ha bisogno di più tempo. I ragazzi che hanno cominciato sin dal primo giorn sono stati bravi. Gli ultimi arrivati sono più indietro, ma questo lo sapevo già".

Sacchi preferiva avere qualcosa che non andasse nelle amichevoli per avere poi qualcosa da correggere. È d'accordo?
"Sì, abbiamo avuto avversatri diversi e sono state tutte partite utili. Fa parte del percorso di lavoro e di apprendimento. La cosa che mi rende sereno è che i calciatori mi seguono, sono fidelizzati e attenti. Non possiamo che migliorare sempre".

Ci racconta questi due mesi di emozioni?
"Per me è un sogno. È una grande chance per me e per i calciatori. Sono in un ambiente straordinario e in una struttura eccellente".

acmilancom

A proposito di tempo e di ultimi arrivati: per questo giocherà Calhanoglu play e non Bennacer?
"Gioca chi sta meglio e chi ha più conoscenze collettive. Poi magari resteranno fuori giocatori che sono di per sé forti. Non conosco neppure la condizione di alcuni. Può darsi che possa ritagliare uno spezzone per Bennacer, perché aveva lavorato a casa. Alla squadra ho detto che romperò le scatole con una seduta tattica in più, devo portare tutti sullo stesso piano".

Il Milan è in ritardo sul progetto?
"Domani il Milan deve essere competitivo. Vanno in campo undici calciatori veri. Le partite si giocano anche su altri aspetti, non solo sulla tattica. Ma anche sulle emozioni e sulla voglia di vincere"

Estate tormentata per Suso: sembra destinato a restare, è la sua vittoria? Capello dice che è un esterno: secondo lei è un trequartista?
"Su di lui ho espresso un parere tecnico e mi limito a quello. Per quanto riguarda Capello, Suso ha giocato sempre esterno e quindi nella visione di tutti è un esterno. Ma il calciatore mi ha dato ampia disponibilità e ha fatto vedere cose egregie da trequartista. I giocatori forti possono giocare dappertutto. Il sistema l'avrei cambiato in funzione di Suso, questo sì. Ma lui non ha mai fiatato, non ha mai manifestato insofferenza. Felice che resti? Sì, ma il mercato non è chiuso e può succedere di tutto".

Piatek ha avuto un precampionato difficile senza mai segnare. Questione tattica? È preoccupato?
"Non sono preoccupato. Piatek ha caratteristiche particolari, se lo isoli davanti non può giocare in modo straordinario. Se gli metti un attaccante vicino, è meglio. Ha manifestato più fatica rispetto agli altri. In queste partite ha avuto anche occasioni, a parte l'ultima. Il fatto che non abbia segnato non sposta niente. Non ci bado. Bado alla prestazione collettiva della squadra".

Ha parlato di mercato con la società?
"Ho dirigenti che conoscono le dinamiche del calcio. Quando mi confronto con loro viene fuori che sono stati calciatori di alto livello. Sanno bene cosa fare. Mi lamento quando non c'è attenzione e non c'è passione. Mi lamento di chi timbra il cartellino".

A proposito di tritacarne: qui le pressioni sono notevoli, è una città che vive di calcio. Riuscirà ad accettarsi l'inasprimento delle critiche e dell'entusiasmo?
"Faremo in modo di creare una critica positiva. Io lavoro 12 ore al giorno e le altre 6 penso al Milan: quando hai passione, non devi aver paura di niente. Meglio affogare nell'oceano che in un bicchiere d'acqua, diceva Galeone. Ne ho subite tante, per me questa è una grande chance. Darò tutto me stesso. Farò in modo di creare un clima positivo intorno alla squadra".

La società sembra non ossessionata dalla Champions.
"Per quell'obiettivo corrono tante squadre, Milan compreso. Una volta le forze erano più delineate, ora i rapporti di forza si sono un po' assottigliati. Il Milan per blasone e per storia deve correre per quell'obiettivo, ma lo deve fare insieme alle altre squadre. Ma garantisco che non siamo qui per recitare una parte. Dobbiamo dare il meglio".

Hai sentito Gattuso?
"No, ma presto andrò a trovarlo nella sua pescheria a Gallarate, Io ho preso casa lì".

Hai avuto le chiavi del centro sportivo?
"Sì, perché passo gran parte del tempo qui. Io non vivo le emozioni real-time, non godo del momento"

Il punto sugli infortunati e il rigorista.
"Mi è dispiaciuto perdere Biglia, pensavo di recuperarlo. Stava facendo bene, mi piace l'uomo e il calciatore. Caldara è un infortunato di lungo corso, spero che Hernandez e Reina possano rientrare a stretto giro. Bonaventura a volte è dentro e a volte è fuori: lo stiamo inserendo piano piano. Il rigorista è Piatek, per statuto il rigore lo tira l'attaccante".

Il Milan è una delle squadre più giovani della Serie A: servono innesti di esperienza?
"Non conosco le evoluzioni del mercato, ma neppure ci penso. Brucerei energie nervose. Chi sta nella stanza dei bottoni vede anche gli allenamenti, chiaramente ci confrontiamo, sanno cosa fare se c'è la possibilità di intervenire".

Come trasmette il senso di appartenza ai nuovi?
"Essere al Milan è un privilegio. I calciatori hanno tutto per fare bene il lavoro che fanno e poi questo club ha milioni di tifosi, Basta quello".

Tra meno di un mese c'è il derby: è lì che vuole vedere il Milan rodato?
"Io voglio vederlo anche domani, sempre. Almeno nello spirito voglio vederlo sempre. Per esperienza so che ci sono momenti in cui fai due passi avanti e altri in cui ne fai uno indietro. Ma la qualità dei calciatori può aiutare a migliorarci, perché sono sempre i calciatori che fanno la differenza. Gran parte del lavoro l'abbiamo fatto, poi ci sono i dettagli. La perfezione non esiste. Voglio vedere sempre la squadra migliorare nel tempo e capisco che bisogna fare anche risultati nel tempo".

André Silva è condizionato dal mercato?
"Sì, lo è. Ma si allena bene, non si allena male. Non sta lì ad aspettare l'olio santo. Io ci conto. Ad oggi è un calciatore del Milan. Se ne ho bisogno lo faccio giocare. Poi si vedrà cosa succederà. Confido nella serietà professionale di tutti".

Cosa pensa di Correa?
"Non lo conosco (ride. n.d.r.)".

Le prime tre partite saranno determinanti?
"Ogni partite può far cambiare gli umori, ma non saranno determinanti. So che se vanno male fanno cambiare l'umore. Le valutazioni vanno fatte sulle cose che fai e sulle visioni che hai. C'è chi giudica il nostro lavoro e so che solo il lavoro può farci svoltare insieme alla qualità dei calciatori".

Come procede l'inserimento di Duarte e Leao?
"Hanno fatto pochi allenamenti entrambi, dimostrano disponibiltà e curiosità, ma hanno fatto pochi allenamenti. Si impegnano e cercano di capire velocemente le cose che chiediamo"

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