In attesa del ritorno di Leao, il tecnico studia nuove soluzioni per aggiungere fantasia al suo attacco
Il paradosso è questo: i titolari perfetti di Massimiliano Allegri sono i primi subentranti. Non, quindi, gli undici che scendono in campo all'inizio, ma quelli che entrano in corsa e svoltano la partita. In questo senso, per capirci, non stupiscono le due panchine consecutive di Pulisic. Lo statunitense è l'uomo perfetto: rapidità, dribbling secco, tiro. Un mix di qualità che, con gli avversari stanchi, può diventare letale. Ne sa qualcosa il Lecce e, senza l'errore clamoroso di Marcenaro, se ne sarebbe accorto anche il Bologna. Già, perché Nkunku è fatto di quella stessa pasta, roba più che buona per un tecnico che cerca spesso punti nell'ultima mezz'ora preoccupandosi prima di non prenderle confidando nella certezza di potere, prima o dopo, darle. Il Milan che Tare ha messo in mano all'allenatore livornese è questa cosa qui: un gruppo che può avere anche qualche lacuna - sulle riserve dei quinti, ad esempio - ma permette variazioni sul tema che, di avversario in avversario o a gara in corso possono sparigliare le carte. E diventare l'asso pigliatutto.
Prendiamo la partita con il Bologna: ci si sarebbe aspettati Pulisic alle spalle di Gimenez e invece a fare il sottopunta è stato inizialmente Loftus-Cheek. Il modulo? 3-5-1-1. Il modulo, appunto: la base è la difesa a tre, il resto muta all'occorrenza. Quindi il centrocampo è a cinque ma può diventare, e magari diventerà presto, a quattro. L'attacco oggi è a due e potrebbe diventare a tre, con due trequartisti alle spalle di un centravanti, o di un falso centravanti nel probabile caso di impiego di Leao in quella posizione, oppure, magari, una punta centrale fisica e due esterni rapidi. Si è spesso detto, negli ultimi anni, che Allegri muovesse poco tatticamente. Beh, al Milan ha e avrà di che divertirsi. Certo, i punti fermi non si toccano: Modric resterà il centro di gravità della manovra, Rabiot il suo sparring partner e Saelemaekers il suo equilibratore. Tutt'attorno, però, le soluzioni sono parecchie e le alternative di valore. E d'altronde a lui i titolari nascosti piacciono da morire. Volendo scherzarci su, "il titolar vien dalla panchina in sul calar della partita".
Quindi a chi si chiede in che modo Allegri riuscirà a trovare spazio a Nkunku o Leao o Ricci o, quando sarà pronto, a Jashari, rispondere sarà facilissimo: a gara in corso, quando chi entra può essere decisivo, quando servono gambe buone e fantasia e imprevedibilità. Il nuovo Milan è tutto qui, nella rosa larga di titolari e nella capacità di ciascuno di garantire varietà tattiche.