Kakà e Sheva in coro: "Berlusconi un vincente"

Il brasiliano e l'ucraino in esclusiva: "Ha il sole dentro"

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Kakà e Shevchenko, due simboli dell'ultimo grande Milan vincente, hanno raccontanto in esclusiva a "Tiki Taka - Sul tetto del mondo" il loro rapporto con Silvio Berlusconi nel giorno del suo 80.esimo compleanno. L'attaccante ucraino ha sempre avuto un rapporto speciale: "La prima volta che ho visto il presidente Berlusconi è stata un'amichevole a San Siro. Mi ha dato l'impressione di una persona molto gentile, intelligente, allegra e con tanto sole dentro, con molto carisma. E' stato molto importante nella mia vita, non solo in quella calcistica, mi è stato vicino quando mio padre stava male e poi aveva molto affetto personale per me. Purtroppo mio padre è morto però ha vissuto 15 anni solo grazie a Berlusconi".

A fargli eco le parole del brasiliano: "Quando penso a lui la mia prima sensazione è quella di una persona vincente, di un imprenditore, di una persona con una storia e interessante. Il mio rapporto con lui era soprattutto sul calcio, anche se lui parlava spesso di molte altre cose il nostro rapporto era legato al calcio. Una partita e un gol dedicati al presidente Berlusconi? La partita dico la finale di Champions ad Atene nel 2007 che è stato il momento più importante al Milan, dopo due anni dalla finale persa a Istanbul. E il gol dico quello a Manchester nel 2007, in semifinale, uno dei miei gol preferiti: è stato un ringraziamento dell'opportunità per aver giocato in una squadra come il Milan che era la sua squadra”.

Per Kakà anche un pensiero sulla sua esperienza in rossonero
: “Sette anni la Milan hanno significato tantissimo per la mia vita personale e professionale. Se oggi sono la persona che sono molto è dovuto a quei sette anni: ho sempre cercato di trattare la gente e i tifosi con molto rispetto e con tantissimo amore. Penso sia un sentimento reciproco".

Infine ancora Shevchenko che con il Milan ha vinto tutto: "Il Milan in cui ho giocato era una musica perfetta, una cosa impossibile da spiegare, c'era un senso di gruppo e di stare insieme straordinario, eravamo tanti campioni ma eravamo un famiglia e questa è stata una cosa anche più bella della vittoria. Carlo Ancelotti era fantastico nella gestione del gruppo, è stato importante per la mia carriera. Un rimpianto al Milan? Vorrei rigiocare solo un partita, la finale di Champions di Istanbul perché dovevamo vincerla noi”.

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