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Giampaolo: "Mi assumo le mie responsabilità, ma vado avanti convinto"

Il tecnico rossonero: "I tifosi fanno bene a contestare, mai pensato alle dimissioni"

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Sguardo basso, voce roca. Umore nero. Marco Giampaolo cerca di trincerarsi dietro le parole e arroccarsi sulle sue certezze (squadra, collettivo, coralità, gruppo) ma dopo il ko contro la Fiorentina c'è oggettivamente poco da difendere del Milan sconfitto e contestato a San Siro: "Tre giorni fa la squadra aveva fatto una partita ricca di personalità, avevo intravisto sprazzi di cose che a me piacciono. Oggi la partita è stata giocata male individualmente, con poco senso dell'ordine. Ci sono giovani forti che interpretano le cose in maniera individuale, ma la differenza la fa la squadra. Gli spunti individuali portano a disorganizzazione sul piano del gioco. Quando le cose non vanno bisogna aggrapparsi alle forza di essere squadra".

La pazienza dei tifosi però è al limite. Anzi, è già oltre: "Sono abituati a ben altro, sono giustificati. Nulla da dire. Il tifoso paga, tifa Milan, ci mancherebbe. Dobbiamo andare oltre queste cose". San Siro chiede la sua testa, la società però lo difende: "Mi assumo le mie responsabilità da allenatore. Vado avanti, sono convinto delle mie idee. Non ho mai pensato alle dimissioni. Purtroppo stasera sembrava che la squadra si fosse ritrovata a giocare a San Siro senza aver fatto un allenamento insieme, è questa la cosa che mi delude. Quando non riesci a mettere dentro contenuti rischi di perdere le partite. Adesso devo tirar fuori il massimo dai miei calciatori, il mio obiettivo è rendere la squadra più squadra possibile, con meno fronzoli e più concretezza. Se non riesco ad esprimere lo stile Milan come qualità, metterò più quantità e la farò diventare più squadra".

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