LA PRESENTAZIONE

Lazio, Tudor si presenta: "Stimo Sarri. Mi piace vincere, non far divertire"

Prima conferenza stampa per il nuovo allenatore: "Non è la voglia di vincere che determina, ma il prepararsi a farlo".

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In casa Lazio è il giorno di Igor Tudor, presentato ufficialmente alla stampa e ai media. "Questa è una squadra importante, si accetta perché è la Lazio - ha dichiarato -. Qui il ruolo dell'allenatore è importante. Quello che ho visto da fuori è che qua c'è veramente un progetto, si può venire e lavorare bene. Ci sono le basi per fare un bel lavoro". Parole al miele per Sarri: "Il precedente allenatore non lo commento. Maurizio è una persona che stimo tanto, è uno che ha fatto la storia a Napoli, vincendo anche in carriera. Ho trovato mezza squadra perché sono tanti in nazionale. Mi ha lasciato una bella squadra sotto ogni punti di vista, con ragazzi pronti a lavorare. La cultura di lavoro era già ben instaurata, grazie a Sarri. C'è grande predisposizione, i ragazzi sanno che si deve e fare meglio. Sapere che c'è voglia di fare è un ottimo inizio. Poi ognuno allenatore ci mette del suo, mantenendo le cose che mi piacciono e aggiungendo qualcosa".

Bocca cucita su come sarà tatticamente la sua Lazio. "Questo lo vedremo in corsa, devo valutare. Chiaramente un allenatore prende un giocatore in base al proprio modo di giocare. Staremo attenti a fare valutazioni in fretta, poi magari in estate bisognerà aggiustare. Prima però priorità a questi due mesi, ci sono punti in palio e la coppa. Non si parla di modulo di gioco, ma di stile. Un allenatore porta cose nuove, non vorrei parlare di singoli, devo valutarli tutti. Sono molto attento, scelgo in base a quello che vedo. Nella palestra c'è una scritta che mi rappresenta: non è la voglia di vincere che determina, ma di prepararsi a farlo".

Per Tudor subito un battesimo di fuoco. "Conta poco il mio passato, c'è da prepararsi al meglio, trovare le motivazioni. Io sono carico per tutte le gare, quando affronti squadre come la Juve c'è sempre grinta. Io martello più però con le piccole. Sono due belle sfide, poi c'è anche il derby: belle partite. La Lazio? Sono contento di essere qua".

Tudor si toglie di dosso l'etichetta di sergente di ferro. "È una brutta descrizione. Si dev'essere tutto, dare carota e bastone. Io qua in 4 giorni non ho mai dovuto alzare la voce. In Italia c'è una grande cultura del lavoro. Io ho lavorato in tanti paesi, ma non come qua. Poi è normale che i giocatori vanno stimolati. Gli allenamenti sono esigenti".

Il recupero di Immobile. "Ciro qua ha fatto la storia, poi succede qualcosa e sembra chissà cosa. E' un giocatore amato da tutti, poi esce una cosetta e fa subito notizia. È un giocatore di cuore, ci ho già parlato e lo vedo voglioso di dare il suo contributo. L'ho visto in panchina tenerci, è una cosa bella".

Belle parole anche per Luis Alberto. "L'importante che un giocatore sia forte, lui lo è. Può giocare ovunque: mezzala, dietro la punta e anche dietro la difesa se vogliamo essere offensivo. Sono tanti anni che sta qua, qualcosa vorrà dire. Lo vedo motivato, orgoglioso, oggi ha fatto un grande allenamento. Se ci sono giocatori a fine ciclo? Secondo me è un modo di dire che non mi appartiene".

Sulla filosofia di gioco. "La mia idea di calcio vedremo, io penso che un allenatore non debba rinunciare a niente nel calcio, bisogna provare a dare tutto a una squadra. A me piace vincere, non far divertire, ma se vedo una partita e dopo un po' mi annoia, cambio canale. La gente è sempre più esigente, vuole vedere vincere la squadra, ma se non gli piace non va bene. Per me non bisogna vincere per caso, poi è chiaro che se si è inferiore e bisogna rinunciare a qualcosa".

La Lazio nel destino. "C'era la possibilità che venissi da giocatore. Poi c'è Boksic che ha fatto bene qua ed è un mio amico e connazionale. Questa è sempre una stata una squadra di livello, è bello arrivare qua". 

Tudor non chiude la porta alle due punte: "Sì, potrebbe succedere. L'obiettivo è fare il massimo. Con la società c'è un rapporto di collaborazione"

LOTITO: "TUDOR LA PERSONA GIUSTA PER GUIDARE LA SQUADRA"
"La scelta di Tudor non è stata dettata dalla necessità, ma ponderata a seguito di un evento imprevisto, e ho ritenuto che lui fosse la persona giusta per condurre la nostra squadra. Ha i requisiti idonei per far rendere al meglio le qualità dei nostri giocatori, sia in termini tattici che di stimolo, in un momento in cui la squadra ha avuto delle defaillances legate a mancanza di consapevolezza nei propri mezzi". Parola di Claudio Lotito, presidente della Lazio, nel corso della presentazione del nuovo allenatore biancoceleste, Igor Tudor. "Tudor è stato scelto non per tamponare un'emergenza - ha aggiunto Lotito - ma per partire con un progetto nuovo di rilancio della squadra, che ha tutte le possibilità di giocarsela alla pari con chiunque". Il rapporto tra Lotito e Tudor non è nato prima dell'addio di Sarri, garantisce il patron. "Dopo le dimissioni ho fatto un'attenta valutazione di chi poteva sostituirlo, e sono contento della scelta: Tudor è una persona sana dal punto di vista morale. È come me, non ha retropensieri".

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