Malinconia Buffon: salta l'ultimo Derby d'Italia in casa

La sfida con i nerazzurri non è mai stata banale per il capitano juventino, neanche fuori dal campo

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La cornice dell'Allianz Stadium, la ritrovata verve scudetto del Derby d'Italia. La Juventus è pronta ad affrontare l'Inter capolista nel suo stadio, davanti al proprio pubblico, ma senza il suo capitano. Gigi Buffon non è stato convocato da Allegri, i problemi al polpaccio non sono stati smaltiti. Un protagonista assoluto in meno con quella malinconia che all'inno della Serie A questa volta potrebbe avere il sopravvento per il portierone bianconero per quello che sarebbe dovuto essere l'ultimo Derby d'Italia in casa della sua carriera.

Che sarà mai - dirà qualcuno - ne ha giocati molti, anche di più importanti. Ma questa assenza va molto più in là di una semplice partita non giocata, va ben oltre i novanta minuti di fuoco che lo Stadium saprà garantire agli amanti del calcio. E' una prima presa di coscienza che l'addio è veramente vicino, il primo grande avversario saltato e che nel proprio salotto non sarà più accolto da capitano vero. Lì sta tutta la malinconia che Gigi è destinato a provare, proprio contro l'Inter con cui nel corso degli anni ha saputo costruire un rapporto di sincera rivalità non lesinando frecciate o polemiche a distanza, ma sempre nel massimo rispetto reciproco.

"Se fossi furbo andrei all'Inter" dichiarò Buffon in piena bufera Calciopoli, dicendo e non dicendo cose pensabili ma non dichiarabili pubblicamente da un tesserato. Fino al marzo scorso quando - un mese dopo Juventus-Inter - sforzandosi di non oltrepassare il limite sbottò: "Alcune interviste mi hanno fatto vivere momenti raccapriccianti, creando casi inesistenti. Sulle cose inesistenti devi stare zitto, tornare a casa e migliorare. Se crei un caso e fai la pañolada, sei fuori strada completamente e io non riesco ad apprezzarti e stimarti". Dritto, schietto, sincero e anche per questo pienamente rispettabile come avversario.

Ma non questa volta, non contro il suo spauracchio più grande degli ultimi anni, quel Mauro Icardi che già ai tempi della Sampdoria trovò la chiave per travestirsi da bestia nera del totem bianconero. Ci sarà occasione al ritorno, una possibilità finale anche eventualmente in Coppa Italia. Ma non allo Stadium, non a Torino, non nel proprio salotto e trascinati dal calore bianconero. Quarant'anni e sentirli, acciacchi o meno. La fine di un'era durata ventidue anni sul campo è vicina, e l'orizzonte non è più così lontano.

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