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NUOVO RUOLO

Juventus, Chiellini sul rinnovo di Yildiz: "Con calma, c'è la volontà di tutti. Futuro? C'è luce in fondo al tunnel".

Il Director of Football Strategy bianconero racconta responsabilità, metodo di lavoro e rapporto con la squadra

di Max Cristina
19 Nov 2025 - 13:37

Giorgio Chiellini è tra i protagonisti sul palco del Social Football Summit all'Allianz Stadium, casa della Juventus. Oltre a spiegare con chiarezza i vari aspetti del suo nuovo ruolo nella società bianconera, l'ex difensore parla anche di mercato: "Ci manca un ultimo tassello, il direttore sportivo. Quando lo avremo trovato la struttura vedrà Comolli a capo della parte sportiva, poi ci sarò io con Modesto e il ds per le decisioni". Una di queste potrebbe riguardare il rinnovo di Yildiz, il gioiello di casa Juve: "Con calma, con calma. La volontà c'è da parte di tutti: con equilibrio e tranquillità si fa tutto".

Giorgio Chiellini descrive poi con chiarezza il nuovo ruolo da Director of Football Strategy alla Juventus, un incarico che lo porta a muoversi tra Continassa, sede e Vinovo con una visione trasversale. Il suo è un lavoro che unisce strategia, valori e attenzione quotidiana ai dettagli, accompagnato dalla volontà di restituire al club quella normalità di vincere che ha segnato un'intera epoca. Chiellini spiega il senso delle sue responsabilità, la distanza da mantenere con i giocatori, l’importanza dell’equilibrio personale e la consapevolezza dei cambiamenti che stanno attraversando società, squadra e ambiente. Tra pressioni esterne, scelte tecniche condivise e un campionato livellato, l’ex capitano indica il percorso per riportare la Juventus a competere stabilmente ad alto livello.

Il nuovo ruolo alla Juventus: visione, metodo, responsabilità

Chiellini chiarisce subito che il titolo di Director of Football Strategy "vuol dire tutto o niente", perché non ama definizioni rigide. Si considera un supporto trasversale per ciò che la Juventus deve continuare a essere. La sua attività quotidiana lo porta tra Continassa, la sede e anche Vinovo, dove vede il futuro del club. Sottolinea che, nel calcio moderno, non si può prescindere dal lavoro interno sui giovani: formarli è la missione centrale, più sostenibile che acquistare solo giocatori già pronti. Il suo compito è aiutare le persone a migliorarsi e a crescere seguendo valori che lui stesso continua a imparare. Si percepisce custode di una tradizione lunga più di cento anni. Ricorda il suo arrivo alla Juventus nel 2004, il giorno di San Giovanni, e sottolinea come i due anni trascorsi a Los Angeles siano stati decisivi per non passare "da 0 a 100" tra campo e scrivania, trovando un nuovo equilibrio nel suo percorso.

Rapporto con la squadra: distanza, valori e leadership

Chiellini racconta di avere a che fare non solo con i giocatori, ma con le 50 persone del centro sportivo e le 300 presenti in sede. Con i calciatori mantiene una distanza corretta: non è più un compagno di squadra e deve preservare ruoli e confini. Grazie al suo passato, però, ogni sua parola viene ascoltata, senza bisogno di costruire credibilità. L’obiettivo è indicare la strada, senza invadere il lavoro degli altri. Vede questo periodo come una fase di sostegno, perché il gruppo è coeso e sano. La normalità di vincere deve tornare attraverso lavoro quotidiano, valori condivisi e resilienza. Cita una persona che lavora nel club da più tempo di lui: "Siamo custodi dei valori della Juventus". Sottolinea l’importanza dell’onestà intellettuale: dire ciò che si pensa, con motivazioni chiare, permette di gestire divergenze con rispetto. Ricevere un confronto diretto da parte sua è più facile per i giocatori, anche quando non condividono del tutto il punto di vista.

Cambiamento del calcio moderno e adattamento

Chiellini riconosce che il mondo del calcio è cambiato: non sopporta la frase "non ci sono più i ragazzi di una volta" perché la sentiva dire anche quando giocava lui. I giovani crescono in un contesto diverso, con più strumenti e meno ignoranza nella gestione professionale. Mental health, recupero, studio degli avversari e analisi dei dati fanno parte di un nuovo modo di prepararsi. A suo avviso, la chiave è adattarsi velocemente al cambiamento. Racconta come negli ultimi anni della carriera abbia giocato in modo molto diverso rispetto ai 25 anni, grazie a curiosità e voglia di migliorarsi. Oggi sente di avere ancora skills manageriali da costruire, ma con calma: la fretta, dice, è una cattiva consigliera. Il suo approccio resta guidato dai valori che hanno segnato tutta la sua vita professionale.

Scelte tecniche, transizione e futuro della Juventus

Il tema del cambio allenatore non lo turba: "Ho sempre dormito bene", afferma con serenità. Le decisioni fanno parte delle responsabilità, e lui è stato parte del processo condiviso. Comolli condivide molto, pur assumendosi la responsabilità finale, perché serve apertura a più idee. Chiellini riconosce che i prossimi mesi saranno difficili ma stimolanti. Ritiene che, superati i tanti cambiamenti interni, arriverà "una luce grande, più grande di quella che si può immaginare oggi".

Tutto passa dalle prossime partite, in un campionato livellato in cui esiste una sola squadra nettamente superiore alle altre, mai citata ma intuibile. Vede possibilità concrete per fare bene, a patto di rimanere uniti e perseverare. La struttura societaria sta completando alcune trasformazioni, motivo per cui il percorso è più faticoso. Si definisce uno dei tifosi, consapevole della pressione che circonda la Juventus: quando l’ambiente rivede la luce, spinge più forte di prima.

Sulle parole di Spalletti riguardo allo scudetto, Chiellini distingue tra voler vincere e dover vincere. Ma guardando la classifica, ammette che la domanda "Perché no?" è legittima. Con due terzi di campionato ancora da giocare, tutto resta aperto, purché venga mantenuto l’equilibrio necessario a trasformare emozioni e pressioni in forza competitiva.