Al Bernabeu i bianconeri lottano e falliscono alcune occasioni importanti, Vinicius e Bellingham invece non perdonano. E la classifica dice 25.mo posto...
di Stefano RonchiDopo la pesante sconfitta col Como in campionato, la Juve perde anche col Real in Champions e mastica amaro. Al Bernabeu alla squadra di Tudor non basta oltre un'ora di battaglia per arginare la potenza di fuoco della corazzata di Xabi Alonso e torna da Madrid sì a testa alta, ma anche con qualche rimpianto e ancora tanto lavoro da fare sul piano del gioco, dei meccanismi e della qualità. Nonostante un dominio incontrastato del possesso da parte delle Merengues, almeno tre grandi parate di Di Gregorio e un salvataggio di Gatti sulla linea, a Madrid in diversi momenti della gara i bianconeri non sono riusciti a concretizzare alcune occasioni importanti per andare a segno e alla fine hanno dovuto inchinarsi al maggior tasso tecnico del Real, implacabile invece sottoporta col tandem Vinicius-Bellingham.
Qualità che in un match tirato e con pochi spazi hanno fatto la differenza e castigato la Juve nonostante una discreta prestazione sotto il profilo caratteriale e atletico. Prova che consegna Tudor una squadra più tosta, solida e aggressiva nei duelli rispetto alle ultime uscite, ma comunque poco lucida e precisa negli ultimi trenta metri e troppo lenta nel giropalla nonostante la presenza di Koopmeiners davanti alla difesa al posto di Locatelli.
Incertezze tecnico-tattiche che insieme agli errori di Vlahovic e Openda davanti a Courtois e alle difficoltà di entrare nel vivo del gioco di Yildiz tra le linee al Bernabeu hanno sostanzialmente disinnescato i bianconeri, troppo imprecisi nelle conclusioni, macchinosi in costruzione e poco cattivi e incisivi nell'ultima giocata. Problemi che Tudor deve risolvere in fretta non solo per il campionato, ma anche per la Champions. Classifica alla mano, infatti, con due pareggi e una sconfitta in tre partite, i bianconeri oggi sarebbero fuori dalle prime 24.