Max resterà alla guida del club bianconero qualunque sia l'esito di questo finale di stagione
Alla Juve restano solo due obiettivi prima di terminare questa stagione da dimenticare, tra risultati sul campo e penalizzazioni: guadagnarsi un posto in Champions (magari arrivando seconda per poter partecipare alla prossima Supercoppa Italiana) e vincere l'Europa League. Comunque vada a finire c'è una certezza: Massimiliano Allegri resterà l'allenatore bianconero anche l'anno prossimo. Nonostante due anni al di sotto di qualsiasi aspettativa, scelte discutibili e un'assenza inspiegabile, a certi livelli, di qualunque strategia di gioco.
John Elkann lo ha detto e ribadito e non sembra proprio intenzionato a tornare indietro: è Allegri il referente dell'area sportiva. A partire da questa investitura Max ha iniziato un percorso quasi da manager all'inglese, occupandosi di tutto, rapporti con i medici e strategie di mercato comprese. Le sue recenti dichiarazioni, in cui non ha perso occasione di parlare di come si stia lavorando per riportare la Juventus ad alti livelli fin dalla prossima stagione, sono state il manifesto programmatico di una scelta ormai consolidata. Allegri, attualmente, è il riferimento insieme a Francesco Calvo, in attesa di un direttore sportivo che la società avrebbe già individuato nel creatore del miracolo Napoli: Cristiano Giuntoli.
Nemmeno la rabbia dei tifosi, dirottata, dal non gioco e dall'eliminazione con l'Inter in Coppa Italia, dalla Figc all'allenatore, può servire a fare cambiare idea a John Elkann, che ha trovato in Max il perfetto parafulmine di una situazione ancora in divenire, oggettivamente surreale, tra le incognite sul piazzamento finale, legato alle penalizzazioni, e le incertezze sul budget di spesa per risollevare le sorti del club. Allegri è sicuramente aiutato dal lauto stipendio che la società dovrebbe corrispondergli per altri due anni, se dovesse lasciarlo a casa, ma è soprattutto il navigare a vista in un mare sconosciuto fatto di sentenze, ricorsi, punti persi e ridati a far passare la voglia ai vertici bianconeri di rivoluzionare l'area tecnica.
Nemmeno il nervosismo di Allegri, così fuori luogo in un club che aveva fatto dello stile uno dei suoi brand di riferimento, ha incrinato le certezze di Elkann. Certo, anche all'interno del club non è stato particolarmente gradito il doppio sfogo contro la panchina del Napoli e la dirigenza dell'Inter, e non si riesce oggettivamente a capire il motivo per cui uno dei pochissimi allenatori al mondo sicuri di rimanere al proprio posto, a prescindere dai risultati e dallo spettacolo offerto, debba avere reazioni così eccessive al termine di due partite perse, anche se importanti. La Juve, comunque, ripartirà da lui, con buona pace di trequarti dei suoi tifosi.