Casting Juve: Simone Inzaghi balza in pole position

In casa bianconera si lavora alla ricerca del sostituto di Allegri ed è un rebus

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La risposta secca di Andrea Agnelli (“non parlo del nuovo allenatore della Juve”) non solo indica chiaramente che una decisione non è ancora stata presa, ma probabilmente che anche le tipologia del nuovo condottiero non ha ancora una fisionomia precisa. Da escludere categoricamente Pep Guardiola (anche se il presidente bianconero potrebbe fare una nuova telefonata a Manchester), considerando che Gasperini va velocemente verso la panchina della Roma e che Sarri sta flirtando pesantemente con il Milan, allo stato attuale delle cose sono cinque i candidati credibili per la panchina bianconera, ma nelle ultime ore le quotazione di Simone Inzaghi sono salite pesantemente.

SIMONE INZAGHI BALZA IN POLE POSITION

Pronto a dimettersi dopo l'ultima partita di campionato, Simone Inzaghi è reduce da una stagione di alti e bassi sicuramente condizionata anche dagli infortuni, ma alla fine ha regalato un altro trofeo alla Lazio. Tra una settimana potrebbe essere quindi libero.
Perché sì. Un anno fa è stato attenzionato a lungo dal club bianconero e nella primavera del 2018 il suo nome era molto accreditato come possibile successore di Allegri, quindi nella sede della Continassa le relazioni su di lui sono ricche e corpose. Dal suo entourage filtra ottimismo e bisogna ricordare che è un grande amico di Paratici ed è stato compagno di Nedved alla Lazio.
Perché no. I dubbi sono legati alla poca esperienza internazionale e non tanto alla gestione dei giocatori, che Inzaghi ha messo in atto molto bene alla Lazio. Per una squadra che punta alla Champions potrebbe essere una scommessa eccessiva.

POCHETTINO, L'ARTE DI ARRANGIARSI

Finalista di Champions League con una squadra praticamente uguale alla passata stagione, sta conquistando tutti con il suo stile sobrio e mai sopra le righe. Ha contratto fino al 2023 con il Tottenham e nel recente passato ha avuto la possibilità di allenare anche il Real Madrid.
Perché sì. Il motivo è sotto gli occhi di tutti, arrivare sul tetto d'Europa è stato un piccolo miracolo di programmazione e gestione, proprio quello che avrebbe in mente Agnelli per la nuova Juve.
Perché no. Ha uno stipendio da 18 milioni a stagione e ne ha chiesti 20 per cambiare squadra. Con una complicazione in più: il contratto lungo comporterebbe la necessità di un indennizzo a favore del Tottenham che l'anno scorso chiese 40 milioni al Real Madrid per una richiesta analoga.

MIHAJLOVIC E QUELL'ACCORDO GIA' FATTO
Sinisa Mihajlovic è tornato in sella da pochi mesi guidando il Bologna a una striscia positiva impressionante, con annessa salvezza quasi aritmetica. Ha il contratto in scadenza e ha preso tempo per un possibile rinnovo. Sa bene che dire subito sì al club rossoblù potrebbe precludergli un salto di qualità.
Perché sì. Era a un passo dalla Juventus nel 2014, l'estate in cui Conte aveva prima detto di volersene andare poi di voler restare. Il profilo non va studiato da zero.
Perché no. Passare da Allegri a Mihajlovic sarebbe un brusco cambio di ritmo e di metodi lavorativi. Miha è stato a lungo considerato un “nemico” da parte della tifoseria bianconera. E questi sono tutti motivi di riflessione.

LA CONTRADDIZIONE CONTE
Le possibilità di vedere Antonio Conte sulla panchina dell'Inter si stanno avvicinando al 100%, ma la firma non c'è ancora e fino a quel momento tutto dal punto di vista teorico è ancora possibile. E l'allenatore leccese – così assicura chi lo conosce bene – sarebbe pronto quasi a tutto pur di mettere in scena un clamoroso ritorno.
Perché sì. Un ritorno a casa è sempre facilitato, almeno all'inizio. Non c'è bisogno di scoprire una nuova realtà. E inoltre per Conte si tratterebbe di una grande rivincita personale dopo quella clamorosa rottura.
Perché no. Il veto di Andrea Agnelli è più forte di qualsiasi considerazione positiva. La frattura tra i due sembra proprio insanabile nonostante il tentativo di mediazione messo in atto da Nedved prima ancora che  venisse presa la decisione su Allegri.

IL REGALE DESCHAMPS

Sotto contratto fino al 2020 con la Federazione francese, Didier Deschamps sembra concentratissimo sul prossimo Europeo e sulla voglia di realizzare una clamorosa doppietta personale dopo aver vinto il Mondiale di Russia.
Perché sì. Nel 2007, Deschamps lasciò una Juve molto diversa da quella attuale dopo aver riportato la squadra in serie A in seguito al terremoto Calciopoli. Fu una scelta personale della quale poi ha detto di essersi pentito. Ma il dna della Juve fa parte di lui, con quel passato da giocatore che parla a suo favore.
Perché no. Non è detto che la sua Federazione decida di lasciarlo libero con degli obiettivi importanti da centrare. E non è detto che questa esperienza da CT, decisamente meno pressante rispetto al lavoro di allenatore di club, non gli abbia tolto un po' quegli stimoli che servono inevitabilmente quando in campo per il lavoro di preparazione delle partite bisogna starci tutti i giorni.

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