Vecchi e i suoi campioni: "L'Inter sa come lavorare coi giovani. L'anno prossimo la Youth League"

Il tecnico della Primavera: "Per lanciare i giovani tra i titolari servirebbero le squadre B"

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La stagione gli ha lasciato poche energie ma tante soddisfazioni. Il bilancio, tra prima squadra e Primavera, per Stefano Vecchi è stato positivo e lusinghiero. Il titolo di Campione d'Italia con l'Inter dei giovani è una medaglia che luccica. Ma non c'è un vero segreto, secondo l'allenatore che ha fatto la spola tra la prima squadra e la Primavera. "L'unico segreto è quello di aver scelto la società giusta. L'Inter col settore giovanile lavora benissimo e in tanti hanno accolto i frutti di questo lavoro".

Così, su SportMediaset.it durante 4-4-2, Stefano Vecchi
. Contento, molto contento per il successo nel campionato Primavera, che ha bissato quello della Berretti e al quale potrebbe aggiungersi quello degli Allievi (Under 17) che sono alle Final Four, come anche l'Under 15: "L'Inter ha molti meriti: sceglie i ragazzi giusti e ha uno staff molto qualificato. Si evidenziano e si valorizzano le qualità di giovani che poi diventano grandi giocatori". Certo non è stato facile fare due volte il percorso Primavera-Prima squadra durante la stagione: "È stato complicato ma molto stimolante e molto bello: alla fine abbiamo raccolto soddisfazioni importanti sia con la prima squadra sia con i ragazzi. Potevamo correre il rischio di fare brutte figure, invece abbiamo fatto bene in tutti e due gli ambiti e siamo soddisfatti".

Ha brillato, su tutti, la stella di Pinamonti: classe '99, ha già debuttato in Prima Squadra. E ha firmato un super contratto che lo ha messo al riparo da sirene estere: "Già lo scorso anno l'avevo inserito all'interno della Primavera pur avendo un'età da Allievi. Quest'anno ha fatto l'anno in Primavera, è un 99, potrebbe fare ancora un anno con la Primavera ma ha già esordito in Prima squadra e in Europa League e io spero che possa giocare ancora di più con i grandi".

Spesso, però, un successo nei campionati giovanili non si traduce automaticamente in una conferma in prima squadra. Vecchi spiega perché e dà un suggerimento: "Credo che ci sia una carenza all'interno della crescita dei ragazzi. Manca una squadra intermedia tra la Primavera e la Prima squadra, che negli altri campionati esiste, in Italia no. A 17 anni molti ragazzi sono ancora acerbi su molti aspetti, soprattutto fisicamente rispetto ai campioni della Serie A. Una squadra intermedia aiuterebbe sicuramente il passaggio".

La Primavera nerazzurra non è stata solo Pinamonti: tanti i profili interessanti. "Probabilmente i 1998 usciranno e andranno a giocare da altre parti, forse in Serie B. Rimarranno i nati nel 1999 come Pinamonti, Vanheusden che è stato premiato come miglior giocatore delle finali ed è già nel giro delle nazionali del Belgio, così come Emmers. Poi c'è Vailetti che ha buonissime prospettive e qualità. E molti altri che magari sono indietro fisicamente ma sono forti e spero di migliorarli nella prossima stagione".

Troppi gli stranieri nei settori giovanili? "Quest'anno abbiamo avuto anche noi un'inversione di tendenza marcata. Ma a volte è una necessità, o parti con ragazzi che sono cresciuti fin da piccoli nel tuo settore giovanile, altrimenti vai a prendere ragazzi stranieri che costano molto meno, rispetto a quelli italiani. Lo scouting dell'Inter è di altissimo livello ed è normale che possa succedere questo".

In questo panorama, Vecchi ha trovato la sua dimensione. Ma una chiamata da una prima squadra potrebbe allettare il tecnico: "Con la società abbiamo sempre detto che nel caso arrivasse l'occasione la valuteremmo insieme e mi lascerebbero andare solo di fronte a un'offerta irrinunciabile. Ma il prossimo anno rimarrò qua perché ci sarà un campionato Primavera nuovo con un girone unico da 16 squadre e giocheremo la Youth League. Gli stimoli non mancheranno".

Ora Vecchi vedrà in prima squadra Spalletti: "Mi ha chiamato la mattina della finale facendomi l'in bocca al lupo ma non abbiamo parlato di altro. In questa settimana invece parleremo del resto. Cosa serve all'Inter per tornare al vertice? I nomi che sto leggendo vanno bene per rinforzare i reparti. Forse davanti ci sono tanti giocatori ma dipende anche dalle uscite perché se dovesse uscire Perisic servirà un sostituto: c'è da sistemare la squadra un po' ovunque ma i dirigenti mi sembra che stiano lavorando molto bene. Poi è arrivato un allenatore che ha saputo gestire una piazza complicata come quella di Roma e saprà farlo anche a Milano".

Altre soddisfazioni sono arrivate, invece, dai vari giovani in prestito: "C'è molta soddisfazione perché sono ragazzi che sono cresciuti con noi. Giamfy non era molto considerato e sono contento per lui e per Puscas per la promozione con il Benevento. Dimarco è un profilo top da sempre e sta dimostrando cose importanti. Ma non sono stupito perché dall'Inter da sempre escono giocatori importanti".

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