L'ex campione nerazzurro: "Non ho rimpianti per la mia carriera. Oggi calcio più atletico, mi sarei adattato"
Nicola Berti dice la sua sulla VAR: "Se ci fosse stata ai miei tempi sarebbe stato un problema, ci dicevamo delle cose oggi impensabili: insulti su insulti. E gomitate, colpi... i difensori facevano entrate che oggi verrebbero sempre punite con ammonizioni ed espulsioni. Nei derby con Baresi uscivo dal campo sempre con tagli, ferite e caviglie grosse". L'ex campione dell'Inter, parlando a IlPiacenza, non ha rimpianti per la sua carriera, che molti sostengono potesse essere ancora più grande: "Mi sono rotto due ginocchia in tre anni oltre al metatarso del piede, molti dimenticano che ho avuto questi problemi. Facevo fatica a tornare in forma dopo gli infortuni".
Come avrebbe giocato Berti nel calcio molto più atletico di oggi? "Mi sarei adattato, per forza. Comunque avevo un bel fisico in allenamento mi lamentavo per la durata della seduta: pensa te, avrei voluto correre, giocare e allenarmi di più". Eppure c'è chi lo ricorda soprattutto per la vita fuori dal campo: "Non mi dà fastidio anzi mi piace, ero un calciatore libero: ero vivace, ben pagato e amante delle belle ragazze".
Questo il giudizio dell'ex centrocampista, quattro trofei (uno scudetto, due coppe Uefa, una Supercoppa Italiana) con l'Inter, sul recente caso calcioscommesse: "O un calciatore si impegna anche in altro oppure non sa come trascorrere il tempo. Togliere lo smartphone nei momenti di gruppo e condivisione, per esempio nello spogliatoio. Io durante i viaggi in trasferta giocavo a carte coi compagni per battere la noia". Poi un aneddoto: "Giocavo soprattutto con Djorkaeff e Ince. Paul se gli portavi 10.000 lire ti menava!".