l'analisi

Inter, rimonta scudetto con i tre registi. E ora l'occasione Bernabeu

Brozovic e Calhanoglu intercambiabili, ma anche Bastoni è valore aggiunto in fase di costruzione: i nerazzurri sono anche belli da vedere

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© Getty Images

L'Inter archivia la pratica Roma in poco più di mezz'ora con una facilità disarmante e, complice il ko del Napoli, accorcia ulteriormente dalla vetta, ora occupata dal Milan. La prova di forza dell'Olimpico certifica il momento positivo dei nerazzurri, ora attesi dalla prova in Champions League contro il Real Madrid che vale il primo posto nel girone, comunque già passato. Un 3-0 netto costruito sui fondamenti tattici portati da Simone Inzaghi a una squadra che aveva già un impianto ben definito ma quasi mai aveva proposto un calcio così piacevole da vedere: merito del dialogo Brozovic-Calhanoglu, di Bastoni regista aggiunto e di un lavoro sugli esterni che consente grande densità in fase di attacco e adeguata copertura in ripiego.

La copertura difensiva, le catene esterne e le ripartenze fanno ancora parte dell'Inter, segno inequivocabile del lavoro di due anni sotto i dettami Conte, ma la mano di Inzaghi ora si vede tutta. E va al di là di una certa libertà che il tecnico ha sempre amato lasciare ai suoi giocatori più tecnici, a spezzare la maniacale attenzione ai meccanismi dell'attuale allenatore del Tottenham: il fattore Calhanoglu, esploso letteralmente dal derby in poi, lascia Brozovic più libero di abbassarsi, allargarsi ed essere in ogni zona del campo, quando poi c'è Dzeko a raccordare tra mediana e attacco la spina dorsale nerazzurra è fluida e lineare allo stesso tempo. 

Quando poi, come ieri, Bastoni diventa sia terzo regista in fase propositiva ma anche esterno/crossatore, come nel caso del gol di Dumfries, il gioco si svolge meno verticale e coinvolge praticamente tutti in fase di giro pallone riuscendo ad arrivare a percentuali di possesso palla molto alte. Una ragnatela che, quando è proposta in combinazione con un pressing alto, costringe gli avversari ad avere poche soluzioni lasciando Handanovic con meno pensieri. Chiaro che molto dipende dalla condizione fisica e dagli interpreti, non a caso con l'ingresso dei vari Vidal, Gagliardini o Sanchez la fisionomia diventa più di controllo, di gestione: ma è più facile quando sei già 3-0 a fine primo tempo.

Ora la sfida ad Ancelotti si può affrontare con la mente più libera, magari con un Lautaro (risparmiato apposta, anche se la tegola Correa potrebbe 'costringere' il Toro ad essere sempre titolare da qui a fine anno) e un De Vrij (che però, visti gli ottavi già conquistati, sarà impiegato solo senza rischi di ricadute) in più: il primo posto nel girone Champions andrebbe a coronare una prima parte di stagione ad altissimo livello. La ciliegina sarebbe un fine 2021 da primi in campionato, visto che tra due turni c'è Milan-Napoli, ma in questo momento l'ambiente è più concentrato sul coinvolgimento di tutta la rosa e la costanza di rendimento: i punti conquistati arrivano di conseguenza.

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