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L'INTERVISTA

Inter, Pio Esposito: "Grazie Chivu. Spaesato dopo il gol al River, la Nazionale il mio sogno"

Il giovane attaccante nerazzurro a Dazn: "Ho scelto il numero 94 come dedica al mio quartiere e al campetto dove sono cresciuto"

18 Ago 2025 - 12:48
 © Getty Images

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Pio Esposito è stato ospite di On Board, un format disponibile su DAZN. Il giovane attaccante dell'Inter si è confessato a 360°, parlando delle sue origini, del rapporto coni fratelli, dell'esperienza allo Spezia e del ritorno all'Inter. E il suo sogno nel cassetto è lo stesso di milioni di bambini che giocano a calcio. Questa l'intervista completa al gioiellino nerazzurro.

Le origini - "Castellamare di Stabia è il mio luogo di nascita, una città a cui sono molto legato, ci sono le mie origini che non dimenticherò mai. Ho vissuto in questa città fino a 6 anni, poi mi sono trasferito a Brescia con tutta la mia famiglia per seguire il sogno calcistico insieme ai miei fratelli. Però appena ho un attimo di tempo, sia in estate che alle vacanze natalizie, ci tengo molto a tornare dalla mia famiglia e alle mie origini per non dimenticarle mai".

Pio e i suoi fratelli - "Con entrambi i miei fratelli ho un bellissimo rapporto, con Salva sono stato due anni a La Spezia quindi è normale che ci sia stata qualche discussione in più essendo stati insieme tutti i giorni per due anni, con Seba ci troviamo benissimo, parliamo sempre di come fa la nostra stagione calcistica. Tutti e tre ci seguiamo molto e tutti e tre ci diamo sempre la spinta per andare più forte. Questo è il nostro sogno che ci accomuna e la nostra passione di famiglia".

Lo sbarco all'Inter - "Sono arrivato all'Inter all'età di nove anni, in questa foto ero al mio primo anno. Era il gol in una semifinale di un torneo a Comacchio contro il Torino. Avevo come mister Davide Aggio che mi ha trasmesso principi e valori dell'Inter. Ci teneva spesso a dirci che all'Inter sei nell'élite e bisogna avere una mentalità vincente".

In Primavera con Chivu - "Qui sono in U19, la Primavera con Chivu allenatore. Dopo sei mesi in cui non stavamo andando molto bene abbiamo cambiato un po' di cose e il mister mi ha dato la fascia di capitano, a Cagliari, dove il capitano mancava. Ho fatto tripletta, abbiamo vinto 3-2 e da lì me l'ha lasciata fino a fine campionato. Una responsabilità che mi ha fatto crescere molto e diventare grande. Non smetterò mai di ringraziarlo anche per questa opportunità".

Il primo premio personale - "Il premio di miglior giovane della Serie B è stato il mio riconoscimento personale, quindi un'emozione molto importante per me che non dimenticherò. I due anni a La Spezia sono per me indimenticabili perché sono stati fondamentali per la mia crescita, per il mio inizio, e sono stati due anni in cui ho avuto un po' le mie prime volte: il primo gol tra i professionisti, l'esordio tra i professionisti, quindi ci tengo a ringraziare anche mister D'Angelo che è stato molto importante per me, tutti i miei compagni di squadra e tutte le persone dello Spezia che mi sono state vicine, mi hanno fatto sentire a casa in quei due anni, mi ha fatto prendere il volo ed esaudire il sogno di tornare a vestire questa maglia". 

L'esultanza dopo i gol - "L'esultanza come Braccio di Ferro è nata con un mio ex compagno di squadra dello Spezia, Petko Hristov. Dall'anno in Primavera all'Inter allo Spezia ho avuto una trasformazione fisica molto importante su cui ho lavorato molto e lui era il compagno di squadra con cui mi fermavo in palestra tutti i giorni dopo l'allenamento ed è nata questa cosa un po' scherzosamente, quando finivamo di far palestra ci specchiavamo e da lì ho deciso di farla per la prima volta in Spezia-Venezia, una partita per salvarci, e da lì l'ho tenuta come mia esultanza, mi è piaciuta".

Il primo gol in nerazzurro - "Contro il River Plate ho segnato il mio primo gol con questa maglia, è una cosa che in realtà faccio ancora fatica a realizzare, a volte mi torna in mente ed è una cosa davvero particolare per me. È stata un'emozione fortissima, un'emozione incredibile. Quando esulto dopo quel gol c'è un momento in cui sono spaesato, questo fa capire quanto sia stata un'emozione fortissima. Per me tornare a vestire questa maglia è un sogno che si avvera".

La scelta del numero di maglia - "Ho scelto il numero 94 come dedica al mio quartiere, il Ciceron 94, e al campetto dove siamo cresciuti io e i miei fratelli. Ci tenevo a questa dedica perché è il posto dove è iniziato tutto".

Il sogno da calciatore - "Vestire la maglia della propria squadra del cuore e della Nazionale è il sogno di ogni bambino che inizia a giocare a pallone, è il mio sogno che voglio realizzare e toccare con le mie mani".

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