L'ex presidente nerazzurro: "I nuovi proprietari sembrano seri, sono fiducioso"
Dopo aver ceduto le sue quote ai cinesi di Suning, Massimo Moratti torna a parlare dell'Inter. E lo fa toccando diversi temi. Dal rapporto con Thohir al futuro del club. "Da tifoso interista sono fiducioso - ha spiegato al Corriere della Sera -. I nuovi proprietari sembrano seri". Poi sulla convivenza col tycoon indonesiano al vertice del club nerazzurro: "Ammetto che ho fatto fatica, malgrado l'infinita cortesia di Erick Thohir".
"La mia vera uscita è stata quando ho ceduto l'Inter a Thohir - ha proseguito Moratti, parlando della cessione delle sue ultime quote -. La tappa odierna fa parte di un cammino, di un processo, di una costruzione. Nel tempo mi sono preparato psicologicamente, quindi nessun trauma". E proprio questi tre anni di "minoranza" all'interno del club sembrano essere pesati all'ex presidente nerazzurro: "Ho fatto fatica. Ma in questa mia confidenza non c'entra proprio niente l'imprenditore indonesiano, disponibilissimo nei miei confronti, sensibilissimo verso di me". "Le responsabilità erano di Thohir, la gestione era la sua, quindi ogni mio intervento avrebbe potuto creare imbarazzi ed equivoci", ha precisato.
Quanto alla nuova proprietà, invece, l'ex patron dell'Inter si mostra fiducioso, ma non vuole sbilanciarsi troppo: "Suning mi ha regalato un'impressione di serietà. Non è detto che la prima impressione sia sempre quella giusta, ma quando i cinesi vennero a Milano, tempo fa, facemmo un incontro a Imbersago, in campagna. Notai in Zhang Jindong concretezza, un uomo che non ha bisogno di recite, nessuna voglia di apparire. Così anche il figlio, educato, abituato ad ascoltare. La delegazione rispettosa del proprio leader. Da questo, e da altro ancora, ne ho tratto un giudizio positivo".
All'Inter la famiglia Moratti ha dedicato impegno, passione e risorse economiche. E il nerazzurro è una fede. "Non è solo la passione. Sì, ovvio quella c'è, ma c'è dell'altro: capire che quel giocatore, che hai visto giocare, ti è piaciuto, ti ha emozionato, può interpretare il calcio che hai in mente, non solo risolvere i problemi del momento - ha spiegato Moratti -. Poi pensi ai tifosi, a quella gente, ed è tanta, che vuol bene alla tua squadra. È questo insieme di sensazioni-situazioni-problemi che ti consentono certe operazioni, che ti spingono a osare. A volte è come fare un bel regalo ai propri figli".
Negli ultimi anni però il calcio italiano è cambiato. "E' lo specchio dei tempi - spiega l'ex patron dell'Inter -. Ora bisogna dare certezze a chi investe. La cosa peggiore che possa capitare è non avere davanti a sé una strada certa. Da noi manca qualcosa di definitivo per il futuro". E il problema non sembrano essere i super ingaggi: "È sempre stato così: anche una volta i campioni erano molto ben pagati. Adesso, oltre allo stipendio, godono di altre entrate". E le idee chiare Moratti le ha anche sui suoi tre campioni nerazzuri preferiti: "Ronaldo, Ibrahimovic e Recoba". E proprio al Chino l'ex numero uno dell'Inter dedica un discorso a parte: "Recoba è quel tipo di giocatore che regala colpi pregiatissimi, inattesi, che emozionano. Poi, sono il primo a sapere che mancava assolutamente di continuità".
Poi tre nomi di allenatori che han fatto la storia dell'Inter di Moratti: "Mourinho è stato bravissimo, ha vinto tutto. Mancini è stato fondamentale per riportare l'Inter alla vittoria, ha rotto un periodo di astinenza. E Leonardo per la sua intelligenza". Quanto ai grandi rimpianti per la panchina, Moratti poi fa il nome di Zeman: "Lo cercai al telefono, non rispose, temendo uno scherzo. La situazione poi cambiò, sa quelle cose improvvise, e il suo arrivo non poté concretizzarsi. Ma lo stimo molto, ha delle idee rivoluzionarie".
Poi qualche battuta sulla Nazionale: "Conte è bravo. C'è tanto scetticismo sulla squadra che, oggettivamente, non è fortissima. Ma in un torneo breve, la squadra azzurra può trovare risorse impreviste". "Ventura mi piace, le sue squadre giocano un buon calcio", ha aggiunto. Infine una mezza promessa ai tifosi nerazzurri su un ritorno dei Moratti nell'Inter: "Nessuno avrebbe detto che io avrei preso l'Inter da Pellegrini nel ’95. Nemmeno mia moglie. Il futuro? Perché no? Ho cinque figli innamorati dell'Inter".