L'ANALISI

Inter, l'orgoglio nella notte più decisiva: iniezione di fiducia per la rimonta scudetto

I nerazzurri soffrono per quasi tutto il match ma l'1-0 contro la Juve può essere la benzina di cui l'ambiente aveva bisogno dopo un periodo grigio

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L'Inter vista ieri allo Stadium non è stata molto dissimile dall'ultimo periodaccio nerazzurro, quello dei sette punti in sette partite, ma una vittoria del genere in un campo così delicato - non accadeva da novembre 2012 - può essere, e deve esserlo per non abbandonare la rimonta scudetto, quell'iniezione di fiducia di cui l'ambiente nerazzurro, che negli ultimi tempi vedeva aleggiare troppe nuvole sulla testa, aveva tremendamente bisogno. Naturalmente un successo di misura, per di più su calcio di rigore, non guarisce tutti i mali di una squadra apparsa inferiore alla Juventus per quasi tutto l'arco della partita sotto il profilo dell'intensità e della voglia, ma lo spirito di gruppo si è esaltato nelle difficoltà, con un pizzico di fortuna, ma anche con la voglia di non mollare mai.

Se l'attacco continua a non girare (Lautaro e Dzeko sono stati ampiamente insufficienti) e la mediana resta molto appannata, ci si aggrappa allora alla difesa e alla voglia di soffrire che alla fine ha permesso ad Handanovic di non subire gol. Anche il portiere sloveno, dopo un inizio da brividi con la traversa di Chiellini, si è esibito in un paio di ottimi interventi, compresa la decisiva deviazione sull'incursione di Zakaria finita sul palo. Con uno Skriniar monumentale che riesce a coprire lo scarso momento di forma di Bastoni e un D'Ambrosio solido in attesa del rientro di de Vrij, non è comunque un caso che ci sia stata meno frenesia nella retroguardia col rientro di Brozovic, non ancora scintillante nel costruire gioco ma efficace come sempre nelle scelte tattiche e di posizionamento sulle ripartenze avversarie.

Se è impossibile che l'intera totalità, o quasi, del gruppo sia crollata fisicamente quasi all'improvviso, molto del periodo di appannamento nerazzurro è da imputare alla condizione mentale, ed è proprio sotto questo aspetto che i tre punti guadagnati contro la Juve dovranno fare la differenza da qui al 22 maggio. Se Inzaghi riuscirà a recuperare i vari Barella, Perisic, Lautaro e Dzeko in fretta - la testa fa i miracoli - allora non servirà sempre vincere di corto muso, mettendo davanti il risultato alla prestazione, per quanto nel rush finale di campionato sono proprio i punti a fare la differenza piuttosto che il come si arriva a conquistarli.

Nelle ultime otto di campionato (sette più il recupero contro il Bologna, se ci sarà) l'Inter affronterà quasi tutte squadre della seconda metà di classifica e, se è vero che dovrà sperare in qualche passo falso di Napoli e Milan, ha comunque mandato un importante messaggio alle avversarie: la lotta scudetto resta a tre.

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