L'INTERVISTA

Inter, Correa: “Ho sempre sognato di venire qui, Inzaghi è stato troppo importante”

Il Tucu si racconta in un’intervista a Dazn: “Milan vittima preferita? Spero di continuare”

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Non è passato nemmeno un mese dal debutto in nerazzurro (con doppietta a Verona) di Joaquín Correa, ma l’attaccante argentino ex Lazio si sente già a “casa” perché l’Inter per lui è il sogno di una vita. Lo ha raccontato lo stesso ‘Tucu’ durante una lunga intervista ai microfoni di Dazn: "Nel 2013 ero un bambino che voleva venire a tutti i costi qua. Da quando sono entrato in prima squadra, in Argentina, ho sempre avuto intenzione di venire. Adesso sono finalmente qui, ci tenevo davvero tanto”.

Getty Images

Debuttare con quei due gol al Verona è stato bellissimo: “Mi hanno raccontato che era dai tempi di Recoba che non succedeva una doppietta all'esordio: io ero felicissimo perché abbiamo vinto. È stato bello esordire così".

All'Inter Correa ha ritrovato Simone Inzaghi, che lo ha allenato in biancoceleste e che lo ha fortemente voluto in estate: “Già sognavo di vestire il nerazzurro, poi la sua chiamata mi ha fatto dire che non volevo stare in un altro posto che non fosse l'Inter, non avevo dubbi. Dal primo giorno in cui sono arrivato mi hanno fatto tutti sentire come a casa. Ho respirato cosa è l'Inter, quali sono le responsabilità che abbiamo. Difendiamo una maglia importante e pesante, sono felice di questo".

"Abbiamo una squadra piena di campioni ed è un piacere giocare con loro, è divertente avere compagni così bravi che ti fanno arrivare sempre bei palloni. Vogliamo provare a dare più gioie possibili ai tifosi – ha aggiunto il ‘Tucu’, che sogna il bis scudetto - Sarà dura, ci sono tante squadre ad un ottimo livello: sono almeno cinque le squadre che possono lottare per le prime posizioni. Nel campionato italiano non si sa mai come va a finire, ma noi siamo comunque fiduciosi".

A proposito di rivali, il Milan è la vittima preferita dell’attaccante argentino: "Speriamo di continuare - ha detto - Pensiamo alla prossima, cercherò di fare il massimo e regalare gioia alla gente. L'esultanza? In Argentina c'era una persona che diceva a me e ai miei amici che noi che andavamo in Europa non avevamo sangue. Partì tutto da lì, dicendo che a noi, invece, il sangue scorre: lo facevamo a calcetto e poi da lì l'ho fatto sempre".

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