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Acerbi: "Ho rifiutato la convocazione di Spalletti, non l'Italia. Vecchio? Chi se ne frega"

Il difensore dell'Inter: "Se Gattuso non mi vorrà, non sarà un problema". Poi il racconto su dipendenza da alcol e malattia

22 Set 2025 - 20:28

Francesco Acerbi si è raccontato a cuore aperto su Canale 5 nello studio di Verissimo condotto da Silvia Toffanin. Il difensore dell'Inter ha parlato di calcio, della morte del padre, della dipendenza da alcol e della malattia. Importanti anche le parole sul caso che lo aveva coinvolto qualche mese fa, quando aveva detto no alla convocazione dell'allora ct Spalletti per la partita contro la Norvegia: "Mai rifiutata la Nazionale, impossibile dire che non la vorrei più ma, se Gattuso non mi vorrà, non sarà un problema: il mister viene pagato per scegliere e non farò mai polemica". Però precisa: "Ho rifiutato la convocazione solo per quella partita. Spalletti non mi aveva chiamato per un anno e, dopo quello che aveva detto ("Lo sa di che anno è Acerbi?", ndr), non mi sembrava giusto rispondergli di sì".

Inevitabile la domanda sulla carta d'identità: "(Spalletti, ndr) Mi ha fatto sentire vecchio ? Chi se ne frega, sarò pure vecchio per gli altri ma non per me. Se dovessi ascoltare tutto quello che dicono gli altri avrei smesso a 21 anno o forse non avrei neanche iniziato".

Poi si passa a parlare della morte del padre: "Lo ringrazierò per sempre. Col senno di poi è un rimpianto non avergli mai detto ti voglio bene (si commuove, ndr). Sapevo che aveva una malattia al cuore e che avrebbe avuto difficoltà ma quando accade non sei mai pronto".

A inizio carriera Acerbi ha avuto una dipendenza da alcol: "Non ero un alcolizzato ma il calcio passava in secondo piano perché volevo divertirmi. Avevo anche deciso di smettere, ero depresso, il calcio mi serviva più che altro a scacciare i pensieri, andavo ad allenarmi perché dovevo". Subentra anche la malattia (nel luglio 2013 scopre di avere un tumore al testicolo, ndr): "Non avevo sintomi ma valori del sangue sballati. Mi dissero che rimuovendolo, sarei tornato in campo in un mese. Eppure dopo qualche mese ebbi una recidiva. Ma dopo una vacanza, senza un perché, mi sveglio e decido di togliere i superalcolici: avevo di nuovo voglia di allenarmi, nel giro di tre settimane non ho più toccato alcol".

Il difensore nerazzurro nell'ambito della presentazione della sua biografia "Io, Guerriero", è poi tornato a parlare della finale di Champions League persa contro il Psg: "Siamo arrivati a Monaco cotti mentalmente. Eravamo la favorita dopo aver battuto Bayern e Barcellona, che secondo me è la più forte di tutte, avevamo la pressione di dover vincere a tutti i costi dopo aver perso il campionato. Avevamo tanta pressione, gli infortuni, siamo arrivati totalmente scarichi. Anche dopo la partita non ero neanche incaz*ato, niente". 

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