In totale emesse 16 condanne con il rito abbreviato. Disposti risarcimenti a Inter, Milan e Lega Serie A
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Dieci anni di reclusione per Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord interista e collaboratore di giustizia, imputato per aver ucciso Antonio Bellocco (anche lui nel direttivo ultrà nerazzurro e rampollo del clan di 'ndrangheta) e per associazione a delinquere con aggravante mafiosa. E dieci anni di carcere anche per Luca Lucci, capo della Curva Sud milanista imputato come mandante del tentato omicidio dell'ultrà Enzo Anghinelli e di associazione per delinquere. Sono due delle condanne emesse dal gup di Milano Rossana Mongiardo nel processo abbreviato con più filoni sulle curve di San Siro.
Condanna di 8 anni a Marco Ferdico, a suo padre Gianfranco 4 e 8 mesi. Quattro anni per Bosetti, 5 per Caminiti e Intagliata, 4 anni e 6 mesi per Nepi, 4 e 8 mesi per Norrito. A Turriello 2 anni e pena sospesa.
La giudice, nell'aula bunker davanti al carcere milanese di San Vittore, ha letto la sentenza nel processo con rito abbreviato, a porte chiuse, con più tranche, tra cui quelle sulle due associazioni per delinquere (quella della Curva Nord con l'aggravante mafiosa per i legami con la 'ndrangheta), sull'omicidio Bellocco e sul tentato omicidio dell'ultrà milanista Enzo Anghinelli. Il processo era a carico di 16 ultrà in tutto, tra capi curva e sodali ed è scaturito dalle indagini dei pm della Dda di Milano Paolo Storari e Sara Ombra della Procura diretta da Marcello Viola, che avevano portato al maxi blitz "doppia curva" di settembre di Polizia e Gdf con 19 arresti. Mentre si concludeva il processo di primo grado, fuori dall'aula bunker gli ultrà rossoneri della Curva Sud hanno organizzato un presidio di solidarietà. Per Beretta, che riempendo numerosi verbali anche sull'omicidio del 2022 dello storico capo ultrà interista Vittorio Boiocchi, un cold case poi risolto, la Procura aveva chiesto 9 anni, mentre per Lucci gli stessi pm avevano chiesto proprio 10 anni.
Oltre alle 16 condanne emesse per capi ultrà e sodali nel processo abbreviato sulle curve di San Siro, la giudice di Milano Rossana Mongiardo ha anche riconosciuto risarcimenti a carico degli imputati, per danni patrimoniali e di immagine, a favore delle parti civili Lega Serie A, con l'avvocato Salvatore Pino, Inter, con gli avvocati Francesco Mucciarelli, Adriano Raffaelli e Caroline Hassoun, e Milan, con il legale Enrico de Castiglione. Per la Lega Serie A è stata riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro, per i due club da 50mila euro ciascuna. Il resto dei risarcimenti in sede civile con le cause.
IL MILAN: "LA SENTENZA CONFERMA LE NOSTRE RAGIONI"
“La sentenza odierna del Gup presso il Tribunale di Milano, che ha accertato la sussistenza del reato di associazione per delinquere, conferma con chiarezza le ragioni per cui il Milan si è costituito parte civile. La posizione del Club è netta ed è stata ribadita nel corso dell’intero processo: il tifo rossonero deve essere sano e privo di qualsiasi forma di violenza”: è il commento, all’Ansa, dell'avvocato Enrico De Castiglione, difensore legale del Milan nell'ambito dell'inchiesta Ultras che oggi ha portato alla sentenza in rito abbreviato. “Il Club - spiega De Castiglione - intende garantire che lo stadio sia un ambiente sicuro, per tutti, e sia un luogo in cui non vi è spazio per la violenza o per qualsiasi altra forma di delinquenza. In tale direzione, il Club prosegue nella sua piena collaborazione con la Procura della Repubblica e con le istituzioni competenti”.