In fatto di campionati di calcio e coronavirus ogni paese si regola come meglio crede. Ma dopo le notizie delle 14 positività al Genoa e delle dieci in Premier League, non si può fare a meno di notare che ieri nel 'Brasilerao', il campionato nazionale, il Flamengo di Rio è sceso in campo a San Paolo contro il Palmeiras, nonostante appena 48 ore prima avesse scoperto che ben 19 calciatori della sua prima squadra (Noga, Pepé, Rodrigo Muniz, Gabriel Batista, Isla, Matheuzinho, Rodrigo Caio, Leo Pereira, Thuler, Gustavo Henrique, Renê, Filipe Luís, Willian Arao, Gomes, Diego, Everton Ribeiro, Vitinho, Bruno Henrique e Michael) fossero risultati positivi al coronavirus. E positivi erano anche il presidente Bruno Landim, il suo vice Marcos Braz, l'allenatore Domenec Torrent, il medico sociale Marcio Tanure, il nutrizionista Douglas Oliveira, il fisioterapista Eduardo Calçada e i due addetti stampa Vinícius Castro e Marcelo Flaeschen. Una situazione ai limiti dell'assurdo, che aveva spinto il club carioca a chiedere il rinvio del match, non accordato dalla federazione: "mette dentro i giovani, ne avete tanti", era stato il messaggio filtrato dagli uffici della Cbf.