Da Berti a Salah, i "traditori" della Viola

Firenze ama, odia e... non perdona. La lunga storia degli ex al veleno

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Eroi che diventano avversari, a volte nemici se a Firenze l'addio non è piaciuto. Mohamed Salah è solo l'ultimo della lista. Il primo è Nicola Berti. Tre anni in Viola, poi un rinnovo rifiutato causa corte dell'Inter. Febbraio 89: il ritono al Franchi è una catastrofe. La Fiesole gli intona un coro, poco ripetibile. Ogni pallone è un coro di fischi... Berti è stordito. Mezz'ora e il Trap lo tira fuori...

Firenze fa rumore, addirittura guerriglia nel 90 per il passaggio di Roberto Baggio all'odiata Juve. Quando il Divin Codino torna a casa può calciare un rigore in un'arena. Ma - come preannunciato - cede il dischetto. Tira e sbaglia De Agostini, vince la Viola. Vince Baggio, che durante la sostituzione riceve e indossa un dono speciale (la sciarpa)... Ascia di guerra sotterrata.

Nel 2001 tocca a Batistuta, che divide una città. Fiorentina-Roma viene giocata di lunedì per evitare un altro caso Baggio. Come Berti, Batigol, che all'andata aveva segnato e quasi pianto, è un fantasma.

La maledizione sull'ex non tocca Riccardo Montolivo. Che non rinnova con la Viola nel 2012, torna un anno dopo a Firenze vestito di rossonero. Bordata di fischi che non lo fermano: pallone recuperato ai 25 metri e gol.  Odi et amo. Firenze sa amare. Ma se si sente tradita non perdona

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