Un ko che non fa male. A Waregem la Lazio cade, ma è una sconfitta indolore. Con i sedicesimi di finale giù in tasca e la vetta del girone assicurata, Inzaghi sperimenta e testa i giovani. Una prova sul campo, con tanto di verdetto. La baby-Lazio stecca, è vero. Ma lo fa con i suoi "gioielli grezzi" in campo. E non è detto che in futuro questa lezione possa servire ai giovani di Inzaghi. Soprattutto se sapranno riconoscere gli errori e lavorare per correggerli. Risultato a parte, del resto, da Waregem Inzaghi torna comunque con almeno un paio di responsi positivi. Il primo ha il nome di Caicedo. L'ecuadoriano ormai non è più una sorpresa e si sta facendo largo a suon di gol. Un bell'elemento su cui lavorare e scommettere. Il secondo - e più importante - è invece il recupero di Felipe Anderson. Al netto della condizione, il brasiliano sembra essere pronto per tornare davvero.
Ma veniamo al campo. Zeppa di giovani e seconde linee, al Regenboogstadion la Lazio parte con tante incognite. Disposte quasi a specchio, le squadre si rubano soprattutto spazio per manovrare e l'inizio del match si gioca solo sul giropalla in orizzontale. L'equilibrio però dura pochissimo. Dopo sei minuti, infatti, l'accoppiata Patric-Vargic si addormenta e De Pauw segna di testa, mettendo subito a nudo le incertezze della formazione sperimentale scelta da Inzaghi. Per i biancocelesti i problemi sono soprattutto in mediana, con Miceli, Murgia e Crecco che faticano a trovare ritmo e giocate. Senza pressione e a passo lento, del resto, il Waregem ha tempo e spazio per manovrare con ordine, appoggiandosi a Kaya, bravo a dettare i tempi e a piazzarsi tra le linee. In difficoltà, la Lazio si aggrappa ai "veterani" in campo per aumentare i giri e allargare il gioco. Basta e Lukaku provano a dare la scossa sulle corsie, ma Crecco sbaglia tutto. Poi Palombi segna, ma è in fuorigioco e Kalogeropoulos annulla. In mezzo al campo Murgia prende coraggio e la squadra di Inzaghi guadagna metri. Poco prima della fine del primo tempo a rendersi pericoloso però è ancora il Waregem con una bella combinazione Walsh-Ley-Walsh.
Nella ripresa i biancocelesti alzano il baricentro, ma i belgi non si scompongono. Si gioca un po' a sprazzi, senza tanta organizzazione. E così il match non decolla. Da una parte De Sart e Kaya prendono in mano la squadra, dall'altra invece la Lazio non riesce a mettere ordine. Baudry impegna Vargic, poi Lukaku prova a sfondare con la forza, ma manca il bersaglio grosso. Dopo oltre quattro mesi, si rivede in campo Felipe Anderson, ma l'ingresso del brasiliano coincide praticamente col raddoppio del Waregem. Ci pensa Heylen, ancora con la complicità di Vargic, a far esplodere il Regenboogstadion sugli sviluppi di un corner. Partita chiusa? Macché. Grazie ai cambi, la Lazio prende fiducia e riapre il match con Caicedo e Leiva. Due gol che riaprono la gara, ma che non affossano le ultime velleità di consolazione dei belgi. All'87, infatti, Iseka mostra il meglio del suo repertorio, gelando Vargic con un sinistro telecomandato dal limite. E' la rete che decide la partita e regala agli uomini di Dury l'ultimo sorriso europeo. Per la Lazio invece l'avventura continua.