Se c'è una dote che non manca a questa Inter è la forza di rialzarsi: era già accaduto nella partita immediatamente successiva ai primi tre ko stagionali (due volte col Real nei gironi in Champions, con la Lazio in Serie A), è successo ieri nella prima uscita dopo il derby perso in campionato. Dopo ogni sconfitta i nerazzurri hanno sempre risposto con una vittoria, è stato così contro la Roma partita che tra l'altro ha portato la squadra alle semifinali di Coppa Italia tenendo viva la strada nelle tre competizioni in cui è in corsa. Un successo che non cancella ancora del tutto alcune problematiche osservate contro il Milan ma che conferma una volta in più come il gruppo sia solido e di qualità.
Qualcosa su cui dalle parti di Appiano Gentile c'erano pochi dubbi, a partire da Simone Inzaghi fino alla dirigenza, visto che neppure il nervosismo di sabato - sfociato nelle squalifiche del Giudice Sportivo - ha minato la consapevolezza di una squadra entrata in campo carica a pallettoni, capace di aggredire subito il match e portarsi in vantaggio. Il lento e fisiologico ingresso della Roma nella contesa è stato gestito senza troppi problemi, qualche brivido a parte, ma come nel derby non è arrivato il raddoppio che ha tenuto la partita in bilico più a lungo di quanto la trama nerazzurra potesse far pensare.
Gestione di qualche pallone fin troppo spensierata, leggerezza nelle scelte, deconcentrazione a strappi e la capacità del trio Mkhitaryan-Abraham-Zaniolo hanno mantenuto vivo il match fino a metà della ripresa quando il gioiello di Sanchez di fatto ha chiuso la qualificazione. Il cambio di gestione da Conte ha innalzato il livello del gioco ma espone i giocatori al rischio di "specchiarsi" troppo in un giro palla che, se effettuato senza la giusta determinazione, concede lentamente ma inesorabilmente campo agli avversari, col rischio di buttare a mare partite in controllo. Mettere almeno una doppia distanza di sicurezza dagli avversari, ciò che Inzaghi aveva rimproverato ai suoi nella stracittadina, cambia ogni prospettiva, lo si è visto ieri, ed è più di ogni altra cosa la lezione che l'Inter deve continuare a dimostrare di aver imparato.
Ora il Napoli, altro snodo fondamentale da non sbagliare per evitare il sorpasso in testa al campionato (anche se i nerazzurri devono recuperare il match con il Bologna), da affrontare senza Bastoni - che squalifica a parte ha rimediato un infortunio alla caviglia - e Simone Inzaghi. Un'occasione in più per archiviare definitivamente il derby e riprendere la marcia anche in chiave lotta scudetto prima della grande serata europea contro il Liverpool.
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