I tifosi rispondono alla moglie: "Potrete toglierci il suo nome, ma Stefano non ce lo toglierete mai"
di Redazione© ansa
La famiglia di Stefano Borgonovo - centravanti di Como, Milan, Fiorentina, Pescara e infine Udinese, ucciso dalla Sla nel 2013 a soli 49 anni - ha fatto recapitare ai "Pesi Massimi", gruppo storico del tifo organizzato comasco, una lettera di diffida, intimando di non utilizzare più il nome dell'attaccante "sia nella denominazione del trofeo, sia in ogni materiale pubblicitario, comunicativo o promozionale entro e non oltre 60 giorni dal ricevimento della presente". Ad anticipare la notizia della diffida è l'edizione odierna del quotidiano La Provincia che ricorda quali e quante iniziative i Pesi Massimi abbiano intrapreso, dal giorno della sua scomparsa, per rinverdire il ricordo di un campione rimasto nei cuori di tanti comaschi (Borgonovo giocò a Como negli anni della Serie A dal 1982 al 1988); tra queste l'intitolazione del piazzale di fronte allo stadio Sinigaglia e l'organizzazione (da cui il riferimento al "trofeo" nella lettera di diffida) di un concorso che ogni anno premia il giocatore che nella precedente stagione abbia riscosso il più alto gradimento tra i tifosi.
"La famiglia - si legge nella lettera - desidera esprimere sincero apprezzamento per la pregevole iniziativa organizzata negli anni, cioè il Trofeo Borgonovo". E tuttavia "con la presente gli eredi intendono formalizzare la volontà di revocare l'autorizzazione all'utilizzo del nome Stefano Borgonovo precedentemente concessa in firma verbale per l'organizzazione del suddetto trofeo. La decisione rientra in una riorganizzazione volta a ricondurre ogni utilizzo del nome del calciatore sotto diretto controllo della famiglia".
In un post pubblicato sul proprio profilo Facebook la notte scorsa, i Pesi Massimi rivelano che la richiesta di un incontro con la vedova del campione, Chantal Guigard Borgonovo, è stata respinta. "Potrete toglierci il suo nome - scrivono - ma in realtà Stefano non ce lo toglierete mai".
IL COMUNICATO DEI PESI MASSIMI
"Ci sono figure alle quali dobbiamo molto. Da tifosi del Como, dire lo stesso di Stefano Borgonovo sarebbe obiettivamente riduttivo. La sua storia sportiva e umana non ha eguali ed il fatto che il suo nome venga accostato al Como quale preziosa e sempiterna icona ci lusinga ed inorgoglisce.
Perciò lo abbiamo seguito con tanta passione negli ultimi dolorosi tempi della sua vita, così come ne abbiamo sostenuto il ricordo dopo la sua scomparsa.
Ciò è accaduto sotto numerose forme, fin da quando, due anni dopo quel triste giorno, abbiamo svelato la targa posta nel piazzale antistante lo Stadio Sinigaglia dando il suo nome in regalo alla città che più lo ha amato.
Abbiamo proseguito con uno striscione esposto sopra l’ingresso principale dello stadio come monito a chiunque arrivasse da ospite a dover fare i conti con una storia davvero importante.
Questa storia la abbiamo portata al Teatro Sociale, per raccontarla a chi non la conosceva.
Abbiamo ideato, coltivato, cresciuto e reso autorevole il trofeo che porta il suo nome alla memoria, destinato al miglior giocatore di ogni stagione della squadra lariana votato da tutti i tifosi e giunto alla sua 13’ edizione.
Questa lunga premessa è per raccontarvi di un fatto che ci ha molto scossi, anzi si potrebbe dire indignati.
La scorsa settimana abbiamo ricevuto una missiva da uno studio legale di Mariano Comense. Nello scritto, dopo aver lodato l’impegno da noi profuso per la memoria di Stefano Borgonovo, la moglie ed i figli di Stefano, di cui l’avvocato è portavoce e rappresentante, ci intima di “cessare ogni e qualsiasi utilizzo del nome Stefano Borgonovo sia nella denominazione del trofeo, sia in ogni materiale pubblicitario, comunicativo o promozionale, anche da siti web e social media”.
Conclude, la lettera, confidando nella nostra comprensione e con la minaccia di azioni legali in caso di non ottemperanza alla diffida.
Potrete immaginare il nostro sconcerto nel leggere questa lettera.
Noi che abbiamo onorato in ogni frangente il nome di Stefano Borgonovo, noi che abbiamo sfruttato si il suo nome, come volano delle grandi feste che hanno riunito negli anni i tifosi lariani senza il minimo scopo di lucro, noi che abbiamo sempre pensato che la sua altezza morale e umana potesse essere esempio per le nuove generazioni di tifosi e non, crediamo di non esserci meritati un simile trattamento.
L’aspetto che più ci turba, di questa decisione, è l’assoluta mancanza di spiegazioni plausibili; scrivere come motivazione di cercare “una riorganizzazione volta a ricondurre ogni utilizzo del nome del calciatore sotto il diretto controllo della famiglia” significa pensare che i Pesi Massimi abbiano usurpato il nome stesso e francamente questa cosa ci offende.
La nostra richiesta di un incontro alla signora Chantal Guigard in Borgonovo è stata respinta, altre spiegazioni non ce ne daranno…
Si scordino di scippare ai tifosi del Como il trofeo che fino alla scorsa stagione è stato dedicato al numero nove più rappresentativo della nostra storia, certamente saremo costretti a cambiarne il nome ma i valori che quell’uomo ci ha donato resteranno per sempre nella memoria dei tifosi di vecchia data e nei loro racconti alle nuove generazioni di simpatizzanti.
POTRETE TOGLIERCI IL SUO NOME MA, IN REALTÀ, STEFANO NON CE LO TOGLIERETE MAI!
A Stefano chiediamo di non prendersela troppo, almeno lui, che tanto per noi l’affetto che abbiamo nei suoi confronti resterà lo stesso. Nonostante tutto.
Per sempre nostro".