L'ANALISI

L'Atalanta deve inchinarsi a Ronaldo, Solskjaer: "E' il nostro Michael Jordan"

Come all'andata, il fenomeno portoghese ancora una volta decisivo

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La notte del Gewiss Stadium si è chiusa con grande orgoglio e rammarico, ma anche con l'ennesima conferma che questa Atalanta in Europa può dire la sua e giocarsela davvero con tutti. I 180 minuti giocati con il Manchester United hanno regalato nuove certezze alla Dea, che ha dovuto inchinarsi solo alla grandezza e alla spietatezza di Cristiano Ronaldo. Dopo il gol dell'andata del 3-2 in rimonta, il fuoriclasse portoghese ha ancora una volta salvato Solskjaer con una doppietta nel recupero dei due tempi, due lampi accecanti che alla fine sono costati tre punti preziosi ai ragazzi di Gasperini. "Non siamo contenti di aver preso ancora una volta due gol, ma Cristiano Ronaldo per noi è come Jordan per i Bulls: segna nei momenti decisivi, segna nei finali, è un trascinatore" le parole al miele del manager norvegese.

La differenza tra le due squadre è tutta nel re di Champions, che con la doppietta di ieri è salito a quota 139 gol. Numeri mostruosi per un ragazzo di 36 anni che ha ancora la fame di un ragazzino alle prime armi.

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CR7 dopo il fischio finale si è presentato ai microfoni di BT Sports per la classica intervista post-partita, iniziando il discorso sulla sua squadra con un "Non molliamo mai". Il giornalista è poi però stato bloccato subito dal portoghese: i troppi fischi indirizzati a lui dai tifosi bergamaschi non gli permettevano di sentire le domande. CR7 ha così chiesto di rinviare l'intervista, rendendo onore agli avversari: "Siamo stati fortunati. Ma questo è il calcio. E’ stata una partita di grande sofferenza, ma abbiamo fatto il nostro lavoro". Lui senza dubbio, un po' meno i compagni che senza il suo apporto non di discostano più di tanto dalle mediocrità.

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