Due errori clamorosi dell'arbitro sloveno Skomina e dei suoi collaboratori pesano in maniera importante e probabilmente decisiva sull'esito della semifinale di Champions tra Roma e Liverpool. Ci sono due calci di rigore netti per i giallorossi nella ripresa che non sono stati assegnati. Ecco l'analisi degli episodi, che vanno a sommarsi al gol segnato all'andata dal Liverpool viziato da posizione di fuorigioco.
Al 49' il primo incredibile errore della terna, sull'1-2 per il Liverpool. Dzeko si invola verso Karius, lo salta e viene steso in maniera netta ed evidente in area dal portiere dei Reds. Non ci sono dubbi sul fatto che sia calcio di rigore, ma il guardalinee alza la bandierina e segnala una posizione di fuorigioco di partenza di Dzeko. È evidente, invece, che sia Van Dijk a tenere in gioco il bosniaco. Senza questo errore del guardalinee, sarebbe stato calcio di rigore e cartellino giallo per Karius.
Ancora più evidente e determinante l'episodio al 63', sul 2-2. El Sharaawy calcia a botta sicura sotto porta, Alexander Arnold va a contendere il pallone e para letteralmente. Si tratta di una vera e propria parata: la mano è aperta, il braccio si allarga, è scomposto, va a impattare il pallone che tra l'altro era diretto in porta. Nega, quindi, un gol sicuro. Si trattava di calcio di rigore ed espulsione.
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