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Barcellona,Rakitic: "Grande rispetto per la Juventus"

Luis Enrique: "Avversaria temibile che ha molte sfumature"

04 Apr 2017 - 16:43

Ivan Rakitic legge le carte alla sfida più attesa dell'anno, il quarto di finale di Champions tra Juventus e Barcellona. Il centrocampista catalano parla con grande rispetto dei bianconeri: "Due anni fa erano in finale. E poi per me la Juve, quando si parla di calcio italiano, è un punto di riferimento preciso. Ha una storia spettacolare e oggi è tra i 5-10 migliori club al mondo, è difficile da affrontare ed è abituata a vincere, ce l’ha nel dna. Sarà una sfida complicata per noi".

"In compenso - racconta il croato a Gazzetta Extra Time - posso dire che ho ottimi ricordi del loro stadio: lì 3 anni fa da capitano alzai l’Europa League col Siviglia dopo il successo sul Benfica". Una sfida che all'andata Rakitic giocherà senza il suo compagno di reparto, Sergi Busquets, out per squalifica: "Nel mondo del calcio non ce n’è un altro come lui. Sono anni che rende a livelli altissimi e ci mancherà, ovvio. Però siamo un gruppo numeroso e troveremo una soluzione: nelle ultime gare abbiamo dimostrato di poter giocare con sistemi differenti. L’importante è non ripetere gli errori di Parigi".

Rakitic torna poi a parlare dell'impresa con il Paris Saint Germain: "Con tutto il rispetto per il Psg ci dicevamo se loro ce ne hanno fatti 4 noi possiamo attaccarli e provarci. Poi vedremo se saremo capaci di rimontare. Con tutto il rispetto per loro penso che tutti gli amanti del calcio quella sera siano diventati del Barça perché abbiamo fatto una gara storica, un’impresa del genere non era mai stata realizzata e non so quanti anni dovranno passare prima che si ripeta".

Dopo i campioni di Francia in carica, arrivano quelli d'Italia, sorteggio che anche il connazionale Mandzukic non ha preso bene: "Eravamo tutti scontenti. Li abbiamo affrontati due anni fa in finale e sappiamo quanto sono forti. E lo stesso mi ha detto Mandzu, la Juve non ci voleva. Però la Champions è così: nel 2015 nella fase ad eliminazione diretta abbiamo sfidato solo campioni in carica nei rispettivi Paesi: Juve, Bayern, Psg e City. Dobbiamo cercare di chiudere la stagione al meglio poi il club deciderà la cosa migliore. Sono stati 2 anni e mezzo spettacolari, quasi perfetti: 8 titoli su 10 e sensazioni ottime. Io sono arrivato con Luis Enrique e in un anno siamo passati da zero titoli al triplete , non era per niente facile.

La chiusura è dedicata a Monchi, direttore sportivo vicino alla Roma e che lui conosce bene, per gli anni passati al Siviglia: "La Roma ha già una buona squadra e per me Monchi è impressionante. Prendere lui è come prendere 10 giocatori nuovi: per quanto lavora, per la sua conoscenza. Sarebbe una cosa molto positiva per un club che è già grande e ha alle spalle una bella storia ma al quale spesso è mancato solo l’ultimo passo per trionfare. Nel calcio non c’è niente di sicuro ma con Monchi la progressione della Roma potrebbe essere perfetta".

Anche il tecnico Luis Enrique nella conferenza stampa della vigilia della sfida con il Siviglia ha parlato della Juventus: "Ho visto la partita di domenica contro il Napoli e le critiche mi hanno sorpreso. Comunque sono qualcosa cui siamo abituati. La Juve ha fatto gol subito con Khedira e poi non è più riuscita a togliere la sfera al Napoli che è una delle migliori squadre nella gestione della palla. Rimane una squadra temibile, mercoledì ci sarà la partita di ritorno in Coppa Italia e vedremo una partita ben diversa, servirà come riferimento per la nostra partita di Champions League. In Italia criticano sempre, ma la Juve ha guadagnato un punto importante. E' una squadra con tante sfumature". Sull'ipotesi di un clamoroso ritorno sulla panchina della Roma Luis Enrique è categorico: "Se me ne vado non è per andare in un altro club, ma per la necessità di riposarmi. Questa è casa mia".

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