In Spagna si va verso la definizione di un protocollo di ripresa in 4 fasi, ma i Blaugrana sono tutt'altro che convinti
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Tra dubbi e incertezze, anche la Liga spagnola prova ad abbozzare un piano per la ripartenza. Tra lunedì e martedì è prevista prima una riunione dei responsabili medici dei club e poi un incontro tra tecnici e capitani per delineare un protocollo di ripresa degli allenamenti simile a quello che viene discusso in questi giorni in Serie A. Sessioni a piccoli gruppi, ritiri blindati e controlli quotidiani sono i cardini attorno ai quali dovrebbe nascere il documento, ma già filtrano le prime perplessità: il Barcellona, leader della classifica, pensa che ci sia troppa fretta di tornare a giocare con conseguenti rischi di infortuni e i giocatori non sono così convinti dall'ipotesi di un "confino" lontano dalle famiglie.
La ripresa, come già anticipato dai giorni scorsi da El Mundo Deportivo, dovrebbe avvenire in 4 fasi: la prima, precedente agli allenamenti, sarà basata sui controlli medici, la seconda sugli allenamenti individuali, la terza sugli allenamenti a gruppi di non più di otto giocatori e la quarta sugli allenamenti collettivi. L'obiettivo, come per il calcio italiano, è quello di dare il via alle ultime due fasi (tornando nei centri sportivi) a partire dal 4 maggio, rispettando delle rigide norme igieniche, effettuando dei test giornalieri e rimanendo blindati nei ritiri per almeno 15 giorni.
Il Barcellona, come detto, si preoccupa per gli infortuni, ma ha anche dei dubbi su cosa dovesse accadere nel caso di giocatori trovati positivi al virus, oltre a temere le polemiche per i controlli costanti ai giocatori, che passerebbero come dei privilegiati. Il tecnico Quique Setien e il capitano Sergio Busquets hanno già messo per iscritto le loro obiezioni e, secondo El Mundo Deportivo, sono pronti a far opposizione nella riunione prevista martedì con i loro omologhi.
Intanto Il Consiglio superiore dello sport spagnolo (Csd) ha confermato, attraverso una dichiarazione rilasciata oggi di aver raggiunto un accordo con la Liga e la Federazione spagnola di calcio (RFEF) per il ritorno delle squadre agli allenamenti "quando le circostanze sanitarie lo permetteranno dopo sotto severi protocolli sanitari".