L'INTERVISTA

San Diego Loyal, la nuova vita di Landon Donovan: "Così sì costruisce una squadra di calcio in USA"

L'ex Everton è allenatore e co-proprietario, le sue parole a SportMediaset.it: "I tifosi di San Diego aspettavano una squadra da decenni"

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Vedi San Diego e pensi al mare, al sole della California, al surf; incroci Landon Donovan e pensi al calcio, pardon, al "soccer" come piace chiamarlo da quelle parti. Landon Donovan è Capitan America per i più appassionati di una certa nicchia del calcio, così lontana ma in costante crescita. Il miglior calciatore di sempre in MLS, per buona pace di Ibrahimovic, tanto che la lega gli ha intitolato il premio di MVP assegnato stagionalmente. Ma anche il migliore di sempre con la nazionale USA, con i tifosi che ancora oggi non hanno perdonato a Klinsmann lo sgarro di non portarlo con la USMNT a Brasile 2014. Una leggenda, passata anche dall'Europa.

Landon Donovan è il "soccer" e la casualità ha voluto che proprio lui, ancora lui, sia stato protagonista dell'ultima partita ufficiale negli Stati Uniti prima del lockdown generale per la pandemia di Covid-19. No, non in campo, ma in panchina alla primissima esperienza da allenatore e alla guida della sua squadra e del suo progetto, quei San Diego Loyal di cui è anche co-proprietario. Una squadra nuova di zecca, esordiente in USL - il secondo livello della gerarchia calcistica a stelle e strisce - costruita dal nulla tra video, scouting, viaggi, provini aperti a professionisti e non e gli uffici di Del Mar, pochi chilometri a nord della "Finest City".

San Diego Loyal SC

Lì lo abbiamo raggiunto per un'intervista esclusiva per raccontarci un aspetto, come quello di dare vita a una nuova squadra, così lontano dal calcio che siamo abituati a conoscere. 

"E' elettrizzante e divertente perché si può decidere chi prendere - ha raccontato Donovan a SportMediaset.it -, ma non avere alcuna base su cui lavorare è difficile. Abbiamo cercato profili adatti alla nostra cultura del gioco, ma soprattutto giocatori giovani da aiutare a crescere e che con noi potessero migliorare per guadagnarsi una carriera nel calcio".

I San Diego Loyal giocano in USL, la seconda "serie" del calcio americano, e l'aspetto economico per i giocatori coinvolti non è sicuramente paragonabile alle cifre che girano in Europa, ma nemmeno in MLS. Convincere i ragazzi ad accettare la sfida però non è stato complicato, ha svelato Landon Donovan: "E' stato più facile di quanto pensassi. Molti ragazzi hanno realizzato che questo progetto è qualcosa di speciale e tantissime persone vorrebbero vivere a San Diego. Vogliamo avere un impatto positivo ed essere di ispirazione per la gente attraverso il calcio e abbiamo diversi modi di farlo. Possiamo offrire una bella esperienza ai nostri tifosi; possiamo aiutare i nostri giocatori portandoli alla vittoria; ma anche aiutandoli a raggiungere i propri obiettivi personali di carriera. Noi come staff, ma anche per i nostri giocatori, vogliamo migliorare sempre di più. Questo in generale è il nostro obiettivo".

San Diego Loyal

Landon Donovan e il suo staff hanno portato il "soccer" dove la gente di San Diego, rumorosa, latineggiante e appassionata, chiedeva una squadra professionistica da decenni. I "The Locals" hanno fatto sentire il loro calore nella partita d'esordio assoluto portando il soldout al Torero Stadium, impianto della University of San Diego, con un gruppo di persone di varie nazionalità, in tribuna come in campo (1-1 vs Las Vegas Lights di un altro grande nome del calcio americano, Eric Wynalda), ma da quel punto di vista sorprese non ce ne sono state: "Non mi ha assolutamente sorpreso l’affetto dei tifosi. La gente in città ha aspettato questo momento per decenni e ora finalmente, per loro il sogno diventa realtà. E’ veramente emozionante, ma è anche una grandissima responsabilità".

L'entusiasmo di un'intera contea - e non solo - però è stato frenato dalla pandemia di coronavirus, che ha portato al blocco di tutti i campionati con quattro punti in due partite per i ragazzi di Donovan. La nuova carriera in panchina è iniziata alla grande, con coach Carrie Taylor al fianco (una dei tecnici donna più vincenti in USA) ma la sfida si è presto spostata su altri campi. Ai giocatori dei Loyal è stato permesso di raggiungere i propri cari, mentre la società - Capitan America in primis - è attiva con diverse raccolte fondi per aiutare i più sfortunati in città. E ce ne sono, anche se per le vie della splendida San Diego, presto tornerà a ribollire la passione per il pallone sferico. Genuino, sorprendente, puro. Come il suo allenatore.

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